Emanuele Antonelli ha mancato il bis. Non sarà ancora lui, bensì Marco Magrini, il presidente della Provincia di Varese.
È la prima “macchia” sul curriculum politico dell’esponente di Fratelli d’Italia, caratterizzato fino a ieri solo da successi: eletto due volte sindaco al primo turno della sua Busto Arsizio, la prima da civico (passando per le inconsuete primarie del centrodestra), la seconda con l’abito dei meloniani. Nel mezzo, il successo a Villa Recalcati, che ieri non ha saputo ripetere.
Perché? Da qualche ora si fanno analisi e si ragiona su chi possa aver voluto sgambettare Antonelli.
Lui, sull’esito del voto, non intende dire nulla. E si limita ai ringraziamenti: «Ringrazio di cuore i miei consiglieri provinciali per il lavoro svolto. Ringrazio tutti loro, insieme a Orazio Tallarida (segretario cittadino di Forza Italia a Busto ma, in primis, un amico, ndr), perché si sono spesi per la mia campagna elettorale. E ringrazio chiaramente tutti coloro che mi hanno votato».
Stop. Nessun cenno ai partiti, nessuna pubblica riflessione, almeno per ora, sul verdetto delle urne. Ma Antonelli non vuole rispondere nemmeno quando gli chiediamo dei rapporti con Fratelli d’Italia.
Non è un mistero che la sua ricandidatura non sia maturata nel migliore dei modi. Inizialmente disponibile a un bis, poi restio – anzi, contrario – dopo che i partiti di centrodestra sembravano aver trovato la quadra sul sindaco di Gorla Maggiore, Pietro Zappamiglio.
Alla fine, quando sul fronte opposto si era già concretizzata la candidatura di Magrini, ecco la richiesta di rimettersi in gioco.
A quel punto, era dovuta intervenire la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, la ministra Daniela Santanchè, per “convincerlo” a candidarsi, seppure controvoglia.
Non il clima ideale in cui affrontare una sfida tutt'altro che semplice. Per di più, poco più tardi si è aperto un ulteriore squarcio tra l’ormai ex presidente della Provincia e il suo partito.
Antonelli, infatti, si era speso in prima persona affinché Francesco Lattuada venisse inserito nella lista dei candidati alle regionali, come chiesto dal circolo di Busto. Perorando la sua causa con la coordinatrice Santanchè.
Invano. Un altro boccone non semplice da digerire. Ora, in piena campagna elettorale, qualsiasi dichiarazione dirompente o mossa clamorosa risulterebbe azzardata. Ma, una volta archiviato il voto per il Pirellone, c’è uno strappo da ricucire. Il tempo per farlo c’è. La volontà, in primis di Antonelli? Si vedrà.