Si è aperta la settimana in cui sarà in discussione al Senato la ratifica del nuovo accordo Italia-Svizzera.
Tra gli aspetti che verranno affrontati, c’è anche il tema dello smart working per i frontalieri: domani, infatti, scade l’accordo amichevole sul telelavoro siglato nel 2020 per via della pandemia tra il nostro Paese e la Confederazione Elvetica.
Su questo fronte, c’è l’impegno della Lega per riattivare l’accordo. Non solo, si lavora anche a un bonus per chi decide di continuare a lavorare nelle zone di confine.
Lo spiegano il consigliere regionale Emanuele Monti, capolista alle elezioni lombarde del 12 e 13 febbraio, e il deputato Stefano Candiani.
«Negli incontri del tour Lombardia che vorrei – racconta Monti – in particolare quelli di Luino e Arcisate, nel nord della provincia, è emersa la questione dello smart working, che per i frontalieri comporta una questione normativa e burocratica. Come Regione Lombardia mi sono attivato tramite Candiani e il senatore Massimiliano Romeo, entrambi eletti nella circoscrizione elettorale che comprende anche la provincia di Varese, che si sono immediatamente attivati in tal senso».
Ecco quindi che Candiani, insieme al collega di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini, si è confrontato con le autorità svizzere per sondare se vi fosse la volontà di proseguire con l’intesa relativa al lavoro transfrontaliero a distanza. «Ho incontrato questa mattina il primo segretario dell’ambasciata svizzera che conferma la volontà di giungere a un nuovo accordo con l’Italia – rivela il deputato leghista –. Ne ho parlato anche col ministro Giorgetti che ha confermato la volontà di procedere il più velocemente possibile».
In particolare, è stato presentato un ordine del giorno firmato da Romeo che, spiega Candiani, «chiede al governo di andare a rinnovare l’accordo sulla falsariga di quanto stabilito coi francesi, con un 40 per cento di lavoro che potrà essere svolto a distanza senza perdere i requisiti di frontalierato e senza che sia tassato in Italia».
Vi è poi un emendamento sulla Naspi, relativo all’assicurazione integrativa rispetto alla disoccupazione.
Un ulteriore emendamento, sempre a firma Garavaglia e Romeo, prevede invece un bonus in busta paga per i lavoratori delle zone di frontiera che scelgono di rimanere in Italia.
«Il nuovo accordo – precisa Candiani – implica una tassazione sui nuovi frontalieri. Il gettito previsto dall’erario arriverà a 221 milioni di euro nel 2044. Con l’emendamento si prevede che questi fondi siano ripartiti a favore degli stipendi dei lavoratori presenti nei comuni di frontiera da cui provengono i frontalieri stessi. In questo modo si vuole non spopolare e non rendere sterili dal punto di vista economico i territori di frontiera. È un po’ il principio della carta-sconto benzina».
Il deputato anticipa che prossimamente, quando il testo approderà alla Camera, «affronteremo anche la questione delle imprese, impegnando il governo a mettere regole di semplificazione che rendano attrattivo il territorio nella fascia di confine».
«La Lega anche in questo caso dimostra di essere presente con la sua catena istituzionale territorio-Regione-Roma – conclude Emanuele Monti –. È un percorso che si sta andando a delineare grazie all’impegno dei nostri rappresentanti a più livelli».