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Hockey | 21 gennaio 2023, 13:39

«La mia vita da radiocronista dei Mastini: l'ascoltatrice non vedente, il vin brulè di Ora, l'eurogol di Desautels e l'uomo in più del Varese»

Max Airoldi, voce dell'hockey su Radio Village: «Un piccolo segreto? Penso sempre di raccontare la partita a una tifosa speciale non vedente. Una volta a Ora, con 6 gradi sotto zero, mi rifornirono di vin brulè per farmi andare avanti. La forza giallonera? Mettere davanti il gruppo alle statistiche personali. Portieroni? Dico Cloutier e Tragust. Gli uomini decisivi sono tre... Occhio al Valdifiemme»

Max Airoldi insieme alla collega Petra Amplatz, voce del Valdifiemme

Max Airoldi insieme alla collega Petra Amplatz, voce del Valdifiemme

I Mastini vivono da sempre nel cuore della gente grazie alla tradizione della radiocronaca: fu così a Bolzano per il primo scudetto dell'87 e lo è anche oggi grazie a Max Airoldi di Radio Village che è pronto a raccontare in diretta le final four.

Max, qual è il segreto per fare "vivere" alla radio una partita a chi non la sta vedendo al palaghiaccio?
Non è facile perché, proprio come dici tu, la partita va raccontata. In tv è molto più facile parlare in quanto hai il supporto delle immagini, in radio è più difficile: devi veicolare un messaggio diverso all'ascoltatore. Io cerco di essere il più descrittivo possibile per cercare di far capire a chi è a casa, come e in quale zona della pista si svolge un'azione o si sviluppa una situazione di gioco. Ho un mio piccolo segreto: alla radio so che mi ascolta sempre una persona, un'ascoltatrice particolare. Lei non è di qui, tifa un'altra squadra, ma ama l'hockey alla follia ed è non vedente. Ecco, spesso in cronaca penso di dover raccontare la partita a lei: questo è il segreto per essere più descrittivo possibile per far vivere al meglio la partita.

Qual è il momento in cui, più di qualunque altro, ti sei emozionato in radiocronaca in questi anni?
Spero sempre che una nuova emozione possa sopraffare quella precedente e spero che presto possano arrivarne altre. Per rispondere alla tua domanda non saprei: dal punto di vista dell'emozione alla radio direi la rete di Franchini contro il Merano a Varese all'overtime nel 2019 oppure la rimonta del Varese sul Pergine in semifinale di Coppa Italia nel 2020. In generale, devo dire che proprio l'esperienza delle Final Four di Coppa Italia a Merano di quell'anno è sicuramente memorabile.

Il gol più bello che hai visto chi l'ha segnato?
Facile ricordarlo perché è recente: Desautels contro l'Appiano a dicembre 2022. Mai vista una cosa del genere in tantissimi anni che seguo l'hockey su ghiaccio e raccontarlo è stato fantastico. Extra radio, invece, ricordo una rete di Cory Murphy forse nel 2004: io ero proprio dietro la balaustra in piedi e lui a un metro da me ha fatto partire un tiro fortissimo che si è insaccato all'incrocio.

Il portiere più forte in cui ti sei imbattuto nelle ultime stagioni.
In generale tutti i portieri che ho visto non sono affatto male. Ricordo, ad esempio, una partita tra Varese e Fiemme di 3-4 anni fa con i Mastini che hanno concluso circa 70-80 volte verso la gabbia difesa da un Rabanser in formato speciale. Però per il più forte in assoluto, direi Cloutier nel periodo in cui era all'Unterland. Senza nulla togliere ai suoi compagni, la sua presenza è stato il valore aggiunto determinante che ha portato quella squadra a vincere. E poi dico Tragust: la sua prestazione in finale di Coppa Italia a Merano contro il Varese nel 2020 fu qualcosa di incredibile. 

Seguire l'hockey è una religione ma anche una pazzia, viste le temperature di certi palaghiaccio: il posto più freddo e la trasferta più avventurosa che hai affrontato quali sono?
Sul più freddo non ho alcun dubbio: Collalbo, in provincia di Bolzano dove gioca il Renon. Sul viaggio più avventuroso rispondo Chiavenna: non si arriva mai ed è pure molto freddo. Togliendo invece il "pala" e lasciando il "ghiaccio" (dato che è totalmente aperto), dico Ora (Bz). Ho un piccolo aneddoto: qui, una volta ricordo che mi hanno sistemato a fare la radiocronaca in panca puniti a -6 gradi e ad ogni tempo un signore del posto mi portava vin brulè, panini e fette di pizza.

Radio Village ha formato una squadra di cronisti all'altezza di "Tutto il calcio minuto per minuto": ci sono formazioni che si sono identificate o si identificano nella voce di chi li racconta, dal Valdifiemme al Merano, dal Como al Varese, dal Pergine alla Valpe o al Bressanone. Come è cominciata questa avventura?
L'avventura mia personale è cominciata per caso, come spesso capitano le cose simpatiche. Per il resto, Radio Village Network già seguiva il Varese prima che entrassi nello staff e ha sempre creduto in questo sport. Poi, una volta coinvolto nel progetto abbiamo sviluppato questa idea che, anno dopo anno, ci ha condotto fino ad oggi con moltissimi ascolti non solo dall'Italia, ma anche dall'estero. Posso dire che l'hockey è il programma più ascoltato in assoluto.
Ogni anno riusciamo a migliorare qualcosa: ormai abbiamo una qualità di uscita audio veramente top e il grazie va alla direzione che mette a disposizione le risorse per poter crescere costantemente. Oggi, finalmente dopo alcuni anni, abbiamo tutte le società che sono molto collaborative e si prestano con impegno a fornire un servizio utile soprattutto per i tifosi.
Noi di Radio Village Network facciamo tutto unicamente per passione, dunque la nostra gratificazione consiste proprio nel sapere che siamo ascoltati e identificati con la voce di ciascun referente.

La squadra delle final four che può stupire qual è e perché?
Valdifiemme: ha sostituito benissimo i due stranieri a cui ha dovuto necessariamente rinunciare e ha recuperato qualche giocatore che era fuori per infortunio. Tutto ciò ha condizionato molto questa prima parte della loro stagione ma ora sono in crescita, nonostante non siano probabilmente ancora al completo. Penso che potrà essere la sorpresa del weekend e un avversario molto difficile da affrontare per chiunque, anche in campionato. 

La forza di questi Mastini è...
Se posso permettermi, utilizzo il plurale. Le forze dei Mastini sono: il gruppo e il pubblico. Per gruppo non intendo solo il legame tra i giocatori perché questo bene o male c'è in tutte le squadre e in tutti gli spogliatoi. Per gruppo intendo mentalità, obiettivi e unione di intenti, cioè capire che la squadra viene prima delle statistiche personali e di ogni altra cosa. Ciò è determinante e farà la differenza. E poi il pubblico potrà diventare veramente trascinante, proprio come lo era negli Anni Novanta. Mi chiedevo spesso se avessi visto nuovamente il palaghiaccio pieno, avevo perso le speranze qualche anno fa, poi negli ultimi anni ho capito che probabilmente la possibilità non era poi così remota. 

Tre nomi di Mastini decisivi nelle partite senza ritorno.
Il portiere lo metto sempre perché qualsiasi portiere in questo genere di sfide deve essere necessariamente incisivo e decisivo. Quindi dico Rocco Perla, poi Mat Desautels e Marcello Borghi.

Non succede... ma se succede qual è la prima parola che dirai in radiocronaca domenica sera?
Ho delle frasi in testa, non lo nego. Ma non le dico perché poi lo stato del momento potrebbe portarmi a dire altro. Solitamente in radio sono uno che non costruisce nulla prima e nemmeno in questo caso. A volte, durante la settimana, penso a delle espressioni che potrei utilizzare, poi al momento che andrebbero veramente utilizzate... nemmeno le ricordo per l'enfasi della situazione che mi porta a dire altro. A parte questa considerazione, penso che la prima parola da dire in cronaca quando vince una squadra, sia proprio il nome della squadra.

Andrea Confalonieri


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