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Hockey | 21 gennaio 2023, 14:41

È TUTTO SCRITTO. Quell'urlo strozzato nella gola dei Mastini da 27 anni e un cerchio da chiudere

IL COMMENTO - Alle 19 scendiamo in pista con i Mastini per la semifinale di Coppa Italia contro l'Appiano: capitan Vanetti aprì il cerchio vincendo il trofeo Merzario a 9 anni ed ora vuole chiuderlo, così come Maurizio Mansi, che tornerà stasera sulle gradinate che lo portarono in trionfo 27 anni fa. Insieme al loro cuore che batte, c'è quello di tutti noi

La ventisettesima Coppa Italia attende il vincitore all'Acinque Ice Arena

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Stasera alle 19 prima dell'ingaggio iniziale della semifinale di Coppa Italia tra Mastini e Appiano non dimenticheremo l'urlo strozzato in gola dal Covid al Varese lanciatissimo verso la finale guidato da SerraTura e dal Pastore Tedesco, lo straniero più forte che abbia indossato questa maglia nell'ultima generazione dei Mastini insieme a Desautels. Né l'urlo soffocato a trecento varesini a Merano dal portiere Tragust, che negò il gol a Marcello Borghi nell'ultima finale di Coppa Italia disputata.

C'è l'urlo di chi arriverà al palaghiaccio con una maglia di Cesare Carlacci, con un poster autografato da Jim Corsi, con una bandiera della vecchia Kronenbourg, con un cuscinetto della Merlett, una fotografia ingiallita di Brad Shaw in un'infinita gioventù giallonera capace di battere il tempo sotto i battiti dei cuori e dei tamburi della curva, buttando un occhio verso l'ingresso da dove, chissà, magari tornerà verso il suo posto Sergio Borghi, e l'altro verso l'alto, dove Bryan Lefley e Marco Fiori dovranno tenersi pronti a fare cadere quell'ultima lacrima vincente giallonera a cui vorremmo unirci tutti quanti.

C'è l'urlo di Maurizio Mansi, uno dei gemelli del gol che piomberà stasera sulle gradinate del Palalbani uscendo dalla macchina del tempo di quell'ultimo trionfo di 27 anni fa per chiudere quello stesso cerchio con la storia di cui parlò, quando non ci credeva nessuno, Andrea Vanetti: «Ho aperto un cerchio vincendo per la prima volta nella storia di questo club il trofeo Merzario, categoria under 9. E sono tornato qui per chiudere quel cerchio  con… qualcosa che qui, ancora, non c’è».

C'è l'urlo di una squadra nata e cresciuta a Varese che non ha nulla da invidiare a quelle altoatesine fatte da giocatori del posto, forse non eterna ma capace in due giorni di conquistarsi l'eternità. 

C'è l'urlo di chi, in tutti questi anni di esili e sofferenze, c'è sempre stato, anche se eravamo in pochi o a volte da soli. E quello di chi vuole essere presente non solo oggi o domani a vivere il sogno di una notte di gloria, ma anche nella finale playoff e nelle finali di Coppa dell'anno prossimo e, prima o poi, in quelle per lo scudetto con il Renon o l'Asiago a cui i Mastini e il loro pubblico non hanno nulla da invidiare.

C'è l'urlo di chi era un bambino quando entrava nella bolgia dei 4 mila spettatori stipati in un palaghiaccio perfino più piccolo per vedere Varese-Lugano e che oggi vuole tornare a essere lo stesso bimbo felice di allora perché perfino un Mastino magari invecchia ma, se anche è costretto ad aspettare 33 anni per rivivere un nuovo trionfo in via Albani dopo l'ultimo scudetto, si siede, aspetta, soffre, combatte e poi chiude il cerchio.

Andrea Confalonieri


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