«Qui si vede il rispetto delle persone e delle cose nei particolari. Il momento della morte è terribile per tutti ma anche una pietra spezzata o una sfera che si apre può riflettere la luce nel modo giusto, verso il cuore o nel cielo, e può portare sollievo, conforto e una serenità possibile anche nell’istante della fine».
Lo dice Renzo Oldani, mentre racconta con cura i dettagli, la luce, l’ambiente, il punto di vista sanitario e tutti quei piccoli particolari che tolgono angoscia nella nuova casa funeraria Campo dei Fiori ad Azzate - che verrà inaugurata e breve - e fanno la differenza.
Dalla pietra a forma di cuore del percorso esterno alle figure delle camere funerarie interne, dove tutto è rivolto al cielo. Luci e porte che si accendono o si aprono da sole, senza bisogno di essere neppure sfiorate, in un edificio completamente sostenibile su tre piani, di cui uno interrato, la posizione delle scrivanie che danno sull’ambiente, i fiori, l’area riqualificata esterna con percorso, il rigagnolo, il ponticello, tutto riqualificato.
Da dove nasce l’idea di questa Casa, Oldani?
«Dall’osservazione quotidiana dei miei clienti e della realtà: la gente ha bisogno di qualcosa in più. Il mio lavoro lo fanno in tanti, anche su internet, mentre dare il giusto valore a un momento tanto importante, cercare di alleviare la sofferenza, creare un piccolo cerchio di serenità è appunto quel passo ulteriore che restituisce alle persone l'attenzione che meritano. “L’essenza è la ricerca del dettaglio” leggevo qualche giorno fa: è vero. E accoglienza, pulizia e ordine sono fondamentali, fanno la differenza».
Come è strutturata?
«Parliamo innanzitutto di uno spazio di 1250 metri quadri, tra uffici e magazzino, dotato di 5 sale tra osservazione e commiato. È una struttura innovativa, anche dal punto di vista ecologico e climatico: in ogni camera l’aria viene cambiata 60 volumi all’ora, con una sanificazione a raggi Uva. L’intero perimetro è inoltre coibentato».
Perché costruirla qui?
«Perché erano anni che cercavo un posto del genere, visibile, con ampio parcheggio ma allo stesso tempo pieno di verde e discreto: in tutta Varese non ne esiste altro simile. Abbiamo anche un ruscello, pulito e bonificato, che aggiunge - insieme al grande prato - quel tocco in più di attenzione all’ambiente che accoglie i clienti. E, sempre all’esterno, ecco un punto di incontro, un luogo riservato per fermarsi a parlare: si tratta di un altro bisogno che abbiamo colto in tutti questi anni di esperienza».
Altri particolari?
«La musica. Nelle sale della nostra sede c’è sempre stata la possibilità di averla, qui - però - i clienti possono scegliere quella che vogliono loro, mettendola direttamente, così come le immagini e i filmati del loro caro. Ognuno nella sua privacy può scegliere l’addio migliore».
Come ha creato tutto questo?
«In due anni di lavoro e con l’aiuto fondamentale di mia moglie Mary, di mio figlio Lorenzo e del mio genero Massimiliano. Abbiamo combattuto per ottenere le autorizzazioni e superare gli ostacoli, ma siamo molto soddisfatti di quanto siamo riusciti a realizzare: è il piacere di dare attenzione agli altri. Devo anche ringraziare le persone che in tutti questi anni ci hanno scelto e ci scelgono ancora, perché ci danno la possibilità di offrire un servizio migliore a costi minori».