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Storie | 05 dicembre 2022, 09:50

La gentilezza che accarezza i binari: storia di una stringa (ri)allacciata

In un periodo in cui quotidianamente raccontiamo di disagi per i pendolari, scioperi, delusioni il gesto di un controllore - una donna attenta e cortese - appare un simbolico balsamo capace per un attimo di spazzare via la fatica e le tensioni

La gentilezza che accarezza i binari: storia di una stringa (ri)allacciata

Alle spalle disagi, proteste, scioperi: una settimana implacabile sui binari. E  quella che si apre, porterà altri problemi: le segnalazioni sono continue. Poi capita di prendere un Malpensa Express in un sabato che solo apparentemente promette un ritmo blando: in realtà, turisti o pendolari del nostro territorio affollano Milano Cadorna, per tuffarsi nell'atmosfera natalizia della metropoli e nello shopping.

Nel capoluogo lombardo, capita anche di avvicinarsi al convoglio, diretti a Busto Arsizio, con borse ingombranti e di scorgere le proprie scarpe con stringhe slacciate, roba che neanche da bambini ci si poteva permettere. Pazienza -, è il pensiero formulato da una viaggiatrice - quando salgo sul Malpensa Express le allaccerò, adesso non ce la faccio proprio.

A pochi metri dal treno, si imbatte in una donna sorridente che è poi il controllore: le indica la calzatura. «Sì, grazie - risponde - adesso quando sono sul Malpensa Express provvederò ad allacciare». Non fa in tempo a concludere la frase che il controllore  le fa un cenno, la induce a fermarsi e infine posa un ginocchio a terra; le chiede di sollevare un po' il piede e in pochi istanti riallaccia le stringhe.

«Ma no, non doveva - viene da dire alla viaggiatrice - l'avrei fatto io, una volta a bordo. Grazie». La dipendente di Trenord chiude la conversazione con un altro sorriso e continua a svolgere il proprio lavoro, che poi è proprio quello: dare le informazioni, ma anche complessivamente prendersi cura degli utenti. Come ha fatto lei, con un gesto cortese.

Ci medita su, in un universo complicato, la pendolare a bordo. Quando ripassa il controllore, le mostra il biglietto e poi tiene a ripetere: «Grazie per prima». La dipendente risponde con un altro sorriso e sfiorandole la spalla.

È tentata, la viaggiatrice, di chiederle il nome, ma poi preferisce esprimere la sua riconoscenza così. Senza menzionarla, ma raccontando questo piccolo episodio e ringraziando tutti coloro che svolgono il proprio lavoro con naturalezza e discrezione, con gesti che sfuggono ai clamori e che arrivano anche e soprattutto in giorni pesanti. E per un attimo, spazzano via la fatica e le tensioni quotidiane.

Marilena Lualdi

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