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Calcio | 02 dicembre 2022, 17:33

Il sogno della Solbia sta sorgendo. «Giovani, belli, uniti e nati sul territorio: aspettiamo l'Oltrepo per continuare a divertirci e a divertire»

Intervista a tutto campo a Carmine Gorrasi, direttore generale della Solbiatese reduce da 6 vittorie nelle ultime 7 gare alla vigilia della partitissima del Chinetti contro l'Oltrepo appaiato al quarto posto in Eccellenza: «I più "vecchi" sono Scapinello e Torraca del '95, giochiamo con sfrontatezza e ci proviamo sempre. Mister Domenicali? Entusiasmo e voglia di un ragazzino. Strutture sempre più complete a Gallarate e Solbiate, vivaio con 250 ragazzi, calcio femminile da vertice in provincia: facciamo i fatti, non le parole»

Carmine Gorrasi sulla panchina del campo delle Azalee di Gallarate che, insieme al Chinetti, è la casa di una società in enorme crescita

Carmine Gorrasi sulla panchina del campo delle Azalee di Gallarate che, insieme al Chinetti, è la casa di una società in enorme crescita

La squadra del futuro è qui, da poter toccare senza reti né filtri che la dividano dal territorio e dai sogni. La Solbiatese è capace di unire i giocatori per una pizzata da Ciro a Gallarate offerta da mister Domenicali a una società reduce da due promozioni e composta da gente con cui è bello parlare di calcio, il tutto con i piedi piantati nel presente ma una visione che guarda lontano, dal patron Milanese al direttore generale Gorrasi e al ds Barban. E poi, ciliegine sulla torta nerazzurra: un nucleo di giocatori giovani e dal talento immenso cresciuti sul territorio da mettere al centro del progetto e da tutelare sempre, parole serie e umili ma non per questo mediocri, bel gioco da difendere come si fa con i Panda e strutture sempre un passo avanti da Solbiate a Gallarate.

Seduti in panchina al campo sintetico delle Azalee di Gallarate, preso in gestione insieme ad altre realtà per più di vent'anni, mentre Scapinello, Becerri e Torraca mettono spesso la palla nell'angolino in partitella e l'allenatore Domenicali si sbraccia con la lavagnetta da "padre", sapiente e bonario, che sa toccare le corde giuste, chiacchieriamo con Carmine Gorrasi, dg nerazzurro a cui dopo qualche minuto si affianca anche il ds Mirko Barban, a due giorni dalla sfida tra quarte in classifica del Chinetti con l'Oltrepo, una delle favorite insieme a Vogherese e Pavia. La Solbia arriva da 6 vittorie nelle ultime 7 gare e 19 punti su 21 con Domenicali in panchina. Non c'è da aggiungere altro, se non ascoltare Gorrasi, un fiume calmo che sa sempre arrivare al mare con le parole e gli sguardi giusti.

Un cambio d'allenatore per la Solbia e per Gorrasi è abbastanza inusuale. Eppure è successo e da Gennari vi siete affidati a Domenicali. Perché?
Credo di aver cambiato un tecnico in otto anni, è una cosa che non ci piace fare ma è stata necessaria per dare una scossa all'ambiente e togliere qualsiasi alibi ai giocatori. Abbiamo fatto una scelta comunque importante perché è arrivato un tecnico che ha vinto, anche in C, in piazze di nome. 

In campo state scalando la classifica: 6 vittorie su 7 e quarto posto. Grazie a cosa?
La forza e la bellezza della Solbia sono racchiuse nel calcio propositivo che proponiamo: cerchiamo ovunque di imporre il nostro gioco con un 4-2-3-1 ultra offensivo. Siamo il miglior attacco del campionato con 3 gol a partita, là davanti giocano e si divertono, così come chi ci viene a vedere.

L'obiettivo di quest'anno non è vincere ma essere lassù, pronti a stupire e ad approfittare della situazione.
Dopo due campionati vinti in Prima e Promozione, vogliamo consolidarci in una categoria importante come l'Eccellenza di fronte a squadre come Pavia, Voghera e proprio l'Oltrepo che è partito con il progetto forse più ambizioso di tutto il girone. Non siamo partiti per vincere ma ormai siamo lì...

Domenica al Chinetti (14.30) arriva l'Oltrepo che avete agganciato al quarto posto (il terzo del Club Milano è due punti più su, il Pavia secondo è a +6, la Vogherese e la vetta a +9): come si affronta una big?
Affrontiamo una squadra che ha investito molto e sta investendo ancora visto che ha preso Oltjan Berberi, attaccante da oltre 200 gol in carriera che ci troveremo subito di fronte: è una partita che si prepara da sola e da tripla visto che anche loro pensano a fare gol prima che a difendersi. Giocheremo con sfrontatezza e ci proveremo. 

Manuele Domenicali cos'ha portato a Solbiate? Lo ricordiamo in un Varese senza più società allenare una banda di ragazzini come se fosse sulla panchina del Real Madrid.
Ha portato un entusiasmo fuori dal comune. È una persona eccezionale dotata di un'umiltà super a dispetto dei campionati vinti a Borgosesia, Gela e Portogruaro o dell'aver guidato piazze importanti come Voghera, Pisa, Catanzaro, Ternana, Pavia e Varese. Si fa voler bene dai giocatori, che sono disposti al sacrificio anche per lui: anche perché se non ti sacrifichi quando giochi con 4 punte... In più ha un suo stile di gioco. Ha 65 anni ma ha la voglia di un ragazzino: alla mattina capita di vederlo allo stadio a preparare gli esercizi per il pomeriggio. Vive di calcio h24 con una passione contagiosa per ciò che fa. 

Dove potete crescere ancora?
Sembrerà strano ma, nonostante questo modulo molto offensivo che ti fa concedere per forza qualcosa, dico dal punto di vista difensivo perché qualche gol di troppo lo prendiamo. La nostra è una squadra giovane: il giocatore più anziano in distinta ha 27 anni e, comunque, parlando di "vecchi" parliamo di Scapinello e Torraca che sono classe '95... Abbiamo grandi margini di crescita: Minuzzi (18 anni), Becerri (24), Mondoni (22) sono ragazzi poco più che ventenni che possono esprimere un potenziale enorme di cui non vediamo ancora il limite.

Adesso siete lassù: come vivete l'ingresso nei piani alti della classifica?
Quando fai una striscia del genere, è naturale guardare più su e farsi venire certe voglie, ma io dico che dobbiamo tenere i piedi ben saldi a terra e avere la consapevolezza giusta per non montarci la testa. Se giochiamo con questa intensità, questa cattiveria e questa voglia di arrivare, tecnicamente possiamo mettere in campo qualcosa in più degli altri. Non abbiamo l'assillo delle big ma vogliamo stare lì, divertendoci e proponendo il nostro calcio: alla fine vedremo i risultati, perché nel calcio a parlare e a restare sono quelli.

È tempo per tutti di mercato: come lo affronta la Solbiatese?
Siamo vigili. Se si presenta qualche occasione, siamo pronti ma senza l'assillo di dover per forza portare a casa qualcuno. È uscito un giovane, Mei, ed è arrivato un altro giovane come Zerillo, classe 2002. Se ci saranno opportunità, non ci tireremo indietro con la tranquillità di chi ha già una buona rosa.

Parliamo di strutture e dell'impianto delle Azalee, un lusso che pochi si possono permettere in provincia.
Avere preso un impianto per vent'anni insieme al Calcio Gallarate, all'Atletica Gallaratese e alle società di promozione sociale legate alla disabilità e a Roberto Bof, significa mettere una pietra importante per costruire il futuro. Di più: a Solbiate tra pochi mesi avremo un nuovo campo in sintetico dietro la tribuna che completerà un impianto gioiello.
Abbiamo anche una fortissima squadra femminile, la prima della provincia di Varese: ci dà soddisfazioni e ci crediamo non a parole, ma con i fatti: anche perché la serie C è dispendiosa. Il vivaio? Siamo arrivati a numeri importanti, cioè a 250 ragazzi in tutte le categorie regionali e qualche elite: stiamo costruendo bene anche sotto e stiamo cercando di far crescere la società.

Avete un patron che nessuno ha: da lì nasce la differenza...
Claudio Milanese ha una marcia in più: è colui che ci dà le possibilità, non solo economiche, di fare quello che facciamo. C'è sempre e comunque, offrendoci un supporto morale fondamentale. Trovare imprenditori che si impegnano così tanto nel calcio ma anche nel sociale e nei rapporti umani è difficile. Possiamo solo ringraziarlo e sperare che rimanga qui per sempre. 

Andrea Confalonieri


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