Non un libretto preconfezionato con belle foto o comunque nato negli stretti confini dell'università, ma un processo che richiede maggiore tempo perché approfondito nel segno della condivisione.
Così oggi la Liuc a Castellanza ha innescato i tavoli di lavoro per tracciare la strada verso il suo primo bilancio di sostenibilità. Tema che peraltro ha visto l'ateneo protagonista nella stessa giornata anche a Milano.
A Castellanza
ll professor Massimiliano Serati, delegato rettorale alla Terza Missione, ha guidato ila giornata di avvio del processo che la porterà nei prossimi mesi a costruire appunto il primo bilancio di sostenibilità. «Al centro dell'attenzione - si spiegava - è la capacità dell'Ateneo di produrre valore condiviso e sostenibile per il territorio e l'intero ecosistema di riferimento, anche e soprattutto a partire dalla complessa rete di interazioni che Liuc ha sviluppato con gli stakeholder e i diversi attori territoriali; la definizione del percorso di generazione del bilancio di sostenibilità non può non essere quindi il risultato di un lavoro condiviso».
Di qui questo momento congiunto, che ha attraversato diversi aspetti, dalla ricerca al ruolo dei giovani. Perché la sostenibilità è il futuro delle aziende, ma degli stessi giovani, ha sottolineato il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi negli interventi conclusivi.
Il presidente della Liuc Riccardo Comerio dal canto suo ha ribadito che il bilancio di sostenibilità è «un investimento, non un costo che deve portare a un risultato rendicontabile e dare un senso alla nostra missione primaria, verso gli stakeholder che sono gli studenti».
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Smart city
Ma di sostenibilità si è parlato anche a Milano attraverso la Liuc, per quanto riguarda infrastrutture e aree connesse e green. Per realizzare tali obiettivi servono alleanze che uniscano attori pubblici e privati per promuovere una nuova idea di città.
Al T8P Consulting ecco ExSUF, il Centro di eccellenza dell'università Carlo Cattaneo e Unece, che ha studiato i vari modelli e analizzato le diverse possibilità di partenariato pubblico privato, PPP (Public Private Partnership), con un focus sulle modalità di attrazione dei capitali finanziari privati.
Solo attraverso una rigorosa disciplina di investimento - era il principio - si possono strutturare i processi e rispettare i tempi di realizzazione a beneficio di tutti gli attori coinvolti. L'incontro, moderato da Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA e introdotto dal rettore Federico Visconti, ha visto l'intervento di Anna Gervasoni, direttrice scientifica di ExSUF, Giampiero Bambagioni, vicepresidente di United 4 Smart Sustainable Cities, Roberta Cocco, esperta di trasformazione digitale, Stefano De Capitani, presidente Municipia, gruppo Engineering, Giulio De Carli, managing partner di One Works, Guido Arnone, direttore Innovazione Tecnologica e Digitale del Comune di Milano.
La direttrice Gervasoni - che ha presentato il libro, in italiano e inglese, su questo tema - ha insistito sulla necessità di lavorare insieme e dell'importanza dell'incarico conferito dalle Nazioni Unite: «Quando mi hanno affidato questa responsabilità, il tema era "Vogliamo che lo faccia un centro di ricerca italiano, ma ricordatevi che siete le Nazioni Unite». Un riconoscimento a una capacità di ricerca da condividere per il bene di tutti su una problematica chiave per il futuro.
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