Quel consiglio comunale che conosce bene, dove entrò nel 1985, e di cui avrebbe voluto essere sindaco, prima della malattia, ha ricordato questa sera con commozione Bobo Maroni. Un lunghissimo, interminabile minuto di silenzio e l'applauso di tutti i consiglieri, della giunta e del sindaco Davide Galimberti hanno ricordato l'ex ministro dell'Interno varesino che venerdì alle 11 verrà accompagnato nell'ultimo viaggio ai funerali di Stato voluti fortemente dal ministro e concittadino Giancarlo Giorgetti e che si terranno nella basilica di San Vittore.
«La sua eredità è la concretezza - ha detto Matteo Bianchi, che l'ha ricordato per primo con un intervento forte in Consiglio, da leghista della prima ora come era Bobo, ripercorrendo la sua carriera di politico e soprattutto sottolineando le sue doti umane - Ha detto no a Bossi quando uscì dal governo Berlusconi, e fu l'unico da cui Bossi accettò un "no". Ha salvato la Lega quando poteva scomparire dieci anni fa, ricevendo l'investitura da segretario dal basso. Ha voluto ridare qualcosa al suo territorio candidandosi sindaco. Ed è anche per questo che io presi in mano il testimone da lui quando iniziò a combattere la sua malattia, per provare a onorarlo».
Il sindaco Davide Galimberti ha chiuso gli interventi in memoria di Bobo Maroni ricordando la sua eredità più bella e cioè «la capacità di trasmettere l'amore per la politica ai suoi figli e ai giovani. Il fatto che tanti ragazzi della Lega abbiano voluto continuare a impegnarsi in politica è il suo più grande successo. Aveva dei valori che andavano al di là degli schieramenti. Tant'è che nell'ultimo periodo era capace di confrontarsi quasi più con i suoi avversari che con i suoi compagni. Questo consiglio è affranto perché perde una grande figura politica: dobbiamo impegnarci tutti a portare avanti i suoi valori e, come amministrazione, proseguiremo con il progetto della Caserma Garibaldi che proprio lui iniziò».
Prima di Galimberti, avevano parlato con interventi altrettanto commossi il presidente del consiglio Alberto Coen Porisini, Manuela Lozza, Giacomo Fisco, Stefano Angei, Salvatore Giordano e Luisa Oprandi: «Mi sento oggi di ricordare il valore di una persona che da giovane al liceo e poi da uomo ha sempre saputo nella sua storia politica mettere il cuore oltre l’ostacolo e ha scelto la strada della politica come crescita sociale - ha detto proprio Luisa Oprandi -. Desidero ricordare la correttezza, la cordialità, la capacità di incontro al di là della appartenenza politica. Bobo ha sempre scelto il territorio come luogo da cui partire nella battaglia politica. Grazie a Roberto Maroni per esserci stato».
Proprio venerdì, in segno di lutto, il Comune ha deciso di non procedere all'accensione di albero e luci natalizie in città - come ipotizzato fino a ieri - nel giorno dei funerali di Stato in San Vittore: l'accensione si svolgerà il giorno successivo (leggi QUI).