Ospite della sesta puntata della terza stagione de l'Ultima Contesa Thomas Valentino, consigliere della società biancorossa, con cui si è partiti a parlare delle ultime prestazioni dell’Openjobmetis, di mercato e di dinamiche societarie. Altro ospite il giornalista di Varese Sport Alessandro Burin.
Ecco alcune dichiarazioni di Valentino.
«Siamo come dei contadini che raccolgono i propri frutti, dopo anni a investire e seminare. Siamo una società dinamica che sta cambiando negli ultimi mesi, e ci stiamo avvicinando sempre di più al phisique du role di Luis Scola. Portiamo avanti una teoria studiata insieme, ci si dava dei pazzi furiosi, ma, con un po’ di pazienza, le due sconfitte che ci hanno dato una mano più che una mazzata sui denti».
Su Markel Brown: «Un giocatore così intelligente non si vedeva da tempo: uscite dai blocchi sempre calibrate, arresti e tiri, giocate per la squadra. È un’ottima scoperta, bisogna dare adito alle persone dietro le quinte, da Arcieri a Jemoli e tutti coloro che passano l’estate a guardare video, questa è la classica squadra fatta d’estate».
«Penso che tanti coach analizzino le partite, ma a livello tecnico chi si approccia a studiarle si trova in grande difficoltà, che non dà punti di riferimento, tutti sanno cosa fare ed è difficile capire come marcarli. Poi concedi qualcosa in difesa, però fa parte del gioco. Siamo tornati a giocare in maniera spavalda e a testa alta. Nella sua pazzia è una delle squadre più intelligenti degli ultimi anni».
Sull'operazione Bortolani, completamente smentita: «Non sono a conoscenza dei fatti nel dettaglio. Da fuori abbiamo visto l’anno scorso cosa vuol dire un giocatore che non ha DNA da Pallacanestro Varese, potresti innescare una bomba a orologeria, e in questo momento sarebbe stupidissimo. Quando inserisci Bortolani chi togli o a chi levi minutaggio?».
«La Pallacanestro Varese, soprattutto il cda, non è un circo, ma ci siamo trovati a dover gestire un circo, perché quando prendi persone con il proprio carattere non sai cosa faranno e come si comporteranno. Chi rispetta i colori di una società ammette i propri errori e tenta sempre di andare a migliorare. Bortolani è bravissimo, ma in questo momento non sposta, e piuttosto che far crescere un giocatore di Milano preferisco far crescere uno di Varese».
Sull'operazione Pelligra: «Penso che ci sia un normalissimo disguido sulla facilità dell’operazione(necessità della costituzione di una società italiana per entrare nelle quote e apportare capitale ndr) non è facile quando arriva un fondo estero. Le porte di Varese sono aperte, Luis Scola ha fato un intervento personale ed è stato più veloce perché è stato guidato con estrema umiltà dai suoi consiglieri e da noi che perché ci stava tirando una volata. Questi imprevisti sono stati previsti da gente come Alberto Castelli, Giuseppe Boggio, Umberto Argieri, Toto Bulgheroni, Marco Vittorelli, Andrea Crocella e il sottoscritto… c’è gente che non ha mai dato le chiavi e si è girata. A noi è sempre interessata la salute della società. Io non sono felicissimo perché non stati i capiti i tempi di una Pallacanestro Varese, se non ci fosse stato sforzo del cda ci saremmo fatti male: lo abbiamo captato e ci siamo uniti e compattati con il vecchio cda. Però io conoscendo Castelli, prima di fare qualsiasi passo, i contratti li leggo 100 volte, Nessuno abbandonerà la nave se non è certo che tutto sia perfettamente lineare».
«Questa operazione viene fatta perché c’è un connubio tra investimenti sul territorio e pallacanestro. Si parli di finanza, il nostro general rimarrà a capo della parte tecnica, gestionale e aziendale».
Qui la puntata integrale: