Là dove c’era la casetta ora c’è una coppia di fogli. Che riassumono una vicenda piccola ma virale, come si dice. Nel primo, c'è l’avviso che il Comune ha inviato ai proprietari dell’abitazione sulla cui recinzione si trovava la “casetta dei libri”. Qualche scaffale con sopra un tetto e un’anta a proteggere il contenuto dalle intemperie (vedi foto in fondo, di Marco Bianchi, Fb). I lettori potevano lasciarci e prelevare volumi, all’insegna della condivisione e della lettura. Ma, stando alla comunicazione pervenuta dal Comune, la bacheca è una «…modifica ad una recinzione non eseguita nel rispetto delle caratteristiche morfotipologiche, dei materiali e delle finiture esistenti». Ancora, la casetta «…riconoscibile agevolmente dalle rilevazioni di Google Maps e Street View, costituisce alterazione dello stato dei luoghi».
Di conseguenza, lamentano Marco Bianchi e Sara Melito, destinatari della diffida, palazzo Borghi «…ci chiede di presentare la richiesta di autorizzazione paesaggistica». I due fanno presente, in una loro comunicazione rimbalzata in rete, che i tempi tecnici per ottenerla non consentono di dare continuità alla presenza di scaffali e libri. Meglio evitare contravvenzioni salate, o peggio.
Rimuovono e si fanno sentire. I social vibrano, poi salta fuori che all’origine dell’iniziativa comunale ci sarebbe una segnalazione del sindaco, Andrea Cassani. Vero? Falso? In ogni caso, apriti cielo. Grandine di commenti. E si muovono anche i rappresentanti in Consiglio comunale del Partito Democratico. Margherita Silvestrini, Giovanni Pignataro e Carmelo Lauricella realizzano un video in via Gorizia. Lauricella si presenta con “Storia della bellezza”, di Umberto Eco. Nell’impossibilità di lasciarlo nella bacheca che non c’è più, chiude la registrazione con “Storia della bruttezza”, sempre di Eco.
Pignataro: «Qui c'era una delle iniziative più belle che i nostri cittadini hanno spontaneamente fatto, senza avere nessun rapporto con forze politiche. Il sindaco si è occupato del fatto che questa casetta, sostanzialmente una cassetta, fosse un abuso edilizio. Il sindaco agisce per il bene dei cittadini, per lo sviluppo della cultura, l’aumento della partecipazione e dell’istruzione o usando il burocratese per punire chi gli sta poco simpatico? Un’amministrazione che vuole aiutare i libri e la cultura, prima che ricorrere alle carte bollate, non interloquisce prima con i cittadini, senza mandare raccomandate, messi comunali, cercando, se ci sono dei problemi, di risolverli?». Finale: «Secondo noi la casetta è assolutamente legittima. Agiremo perché, già da domani qui ritorni la casetta dei libri».
Parola, evidentemente, alla Commissione paesaggistica.