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Sociale | 02 ottobre 2022, 10:03

«Nessuno voleva smettere»: Fondazione Aurea ricorda l’impegno Covid e ricostruisce la sua nascita. Guardando al futuro

Pandemia e lockdown come passaggio cruciale, il presidente Emanuele Albertario ricorda l’impegno e le visite, casa per casa. Si rilancia, festival in tre appuntamenti, primo il 6 ottobre

Emanuele Albertario

Emanuele Albertario

Te lo ricordi il Covid? La domanda sorge se si pensa al mostro che ha condizionato la vita di tutti e che, oggi, si tiene, magari un po’ faticosamente, a bada. Ma il Covid è stato separazione, sofferenza, scoperta di fragilità pregresse e aggravate dalla pandemia. Lo sa bene Emanuele Albertario, presidente della (quasi) neonata Fondazione Aurea. Vocazione: approcciare il Terzo Settore, essere d’aiuto, mettersi a disposizione con mentalità imprenditoriale, non solo assistenziale.

«Che cosa è successo? È successo che quando la pandemia ci ha investito, come un’onda anomala, un gruppo che si trovava per una birra e quattro chiacchiere si è mosso. E ha aggregato cento persone, in poco tempo. Eravamo quelli con buona volontà ma che qualcuno guardava con sospetto, si pensava a secondi fini. Pazienza, siamo diventati degli interlocutori alla pari, per le istituzioni. E ci siamo sbattuti, abbiamo fatto tanto. Visitando, incontrando, portando casa per casa quello che serviva».

La Fondazione ha in programma un festival impegnativo. Dedicato all’economia sociale e alla transizione ecologica. Si parte il 6 ottobre, dalle 18.30, primo appuntamento in una serie di tre (locandina nel file in fondo all'articolo). Il tema è “Impresa, economia sociale e sostenibilità”. Relatori di alto profilo, all’auditorium Paccagnini di via Magenta, a Castano Primo: Ferruccio De Bortoli (già direttore del Corriere della Sera e de “Il sole 24 ore”), Stefano Caselli (prorettore per gli Affari internazionali e membro del Comitato di direzione di Sda Bocconi School of management), Davide Caparini (assessore a Bilancio e finanza di Regione Lombardia), Pietro Bussolati (consigliere regionale e componente della commissione Attività produttive), Oliviero Pulcini (managing director e amministratore delegato di Azimut Capital Management Sgr Spa Lombardia e Liguria). Patrocinio di Regione Lombardia.

Al di là degli ospiti, colpisce il radicamento dell’impegno. «Siamo partiti - ricorda Albertario - dalla volontà di fare qualcosa. Ce l'avevamo da sempre, la pandemia ha creato l'innesco. Quel periodo in cui la scelta del fare era dura. Più facile cercare di barcamenarsi stando a casa». Che cosa vuole fare Fondazione Aurea? Si ha fame di generosità, pare. Con un approccio sistematico, componenti con formazione sociale e imprenditoriale. Gente che vuole mettersi “pancia a terra”. L’esperienza maturata con il Covid? «Distribuivamo generi alimentari, collaboravamo innanzitutto con i negozi. E portavamo farmaci. Siamo diventati interlocutori per un territorio molto più ampio del nostro epicentro, Castano Primo». Ancora Albertario: «Non è stato facile, ricevevamo 50 telefonate al giorno».

E il presidente? Che faceva? «Mi davo da fare. Coordinavo. Da mattina a sera. Ma non ho voluto incontrare le persone». Perché? «Mi conosco, non sarei riuscito a staccarmi. Mi sarei catapultato sulle singole situazioni, senza staccarmi. I volontari hanno letteralmente bussato alle porte. E c’è stato un passaggio di informazioni molto intenso. Ricordo una signora, chiamiamola Maria, con cui ho parlato spesso. Anziana, la abbiamo aiutata. Ripeto: se l’avessi incontrata non sarei stato così d’aiuto. È morta poco dopo il periodo peggiore della pandemia». Emozione percepibile.

Altro? «Ci sono stati i contatti con le associazioni e circostanze dure, difficili. Un padre esasperato, per esempio, che minacciava di gettare il figlio piccolo dalla finestra. Lo abbiamo tranquilizzato». Un impegno per molti ma non per tutti: «I dati statistici dicevano che c’erano delle fasce di età da tenere in considerazione. La mortalità per Covid crollava sotto i 40 anni. Abbiamo “arruolato” persone fra i 18 e i 40. C’è anche stato il medico, all’inizio diffidente, che con noi ha effettuato 2.500 tamponi gratuiti. Grazie. Grazie davvero. Non lo nomino solo perché non so se gli possa fare piacere. In quella situazione sono nati contatti umanamente bellissimi, inaspettati. Quando l’emergenza Covid è finita, nessuno voleva andare via. Tutti volevano continuare a darsi da fare. Per fare il bene proprio e degli altri».

Fondazione Aurea nasce anche da questo. La si conosce già. Ma il 6 ottobre si potrà avere un approccio diretto con ospiti illustri. Locandina allegata.

Files:
 Locandina aurea (128 kB)

Stefano Tosi

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