C’era una volta il manifesto elettorale, e con esso quella propaganda che si faceva con secchio di colla e scopettone sottobraccio. Sembra passata un’eternità, eppure basterebbe andare indietro anche solo vent’anni per ricordarsi di poster affisi anche dove non era concesso.
I partiti, con i loro simboli e i loro volti, hanno sicuramente cambiato i mezzi di comunicazione per arrivare all’elettorato, trovando più efficace la propaganda via social e tramite i comizi, che paiono tornati di moda. Non ha fatto eccezione, da questo punto di vista, la recentissima tornata elettorale culminata con la chiamata alle urne del 25 settembre.
Alla luce di quanto, sorge quindi una domanda: per quale motivo i Comuni sono ancora costretti a esporre i pannelli elettorali? Se lo chiedono anche i sindaci della Valceresio, d’accordo sull’inutilità di questi pezzi di lamiera, che risultano rimasti vuoti per quasi l'interezza degli spazi a disposizione.
«Sono assolutamente anacronistici, adesso con i social sono assolutamente inutili» afferma, senza mezzi termini, Gianluca Cavalluzzi, sindaco di Arcisate.
«È un mezzo di comunicazione superato, è un piccolo segnale di un problema enormemente più ampio: la questione di organizzazione dei partiti e di affezione che hanno per la politica - le parole invece del sindaco di Besano, Leslie Mulas - Io sono cresciuto nella scuola di militanza politica dove il primo passo era di prendere manifesti, colla e scopa e fare affissioni. Abbiamo vissuto gli ultimi momenti di una politica fatta in un certo modo. Forse un po’ triste, ma d’altra parte è inevitabile».
Sulla stessa linea d’onda il loro collega di Bisuschio, Giovanni Resteghini: «È un tipo di propaganda che non si usa più», e aggiunge un elemento da non trascurare: «In più, in questa campagna elettorale fulminea, alcuni partiti potrebbero non aver nemmeno avuto il tempo di realizzare dei manifesti, figurarsi di affiggerli».
Inoltre, i pannelli a disposizione dei partiti non sono spazi che i Comuni vendono: «È solamente un incarico che riceviamo» continua Resteghini. Non esiste, quindi, nemmeno un discorso di natura economica.
Pannelli che quindi sembrano mettere tutti d’accordo sulla loro infruttuosità. Ma i sindaci sottolineano continuamente come il montaggio sia un servizio a cui sono obbligati ad adempiere. Senza contare il lavoro manuale e burocratico a cui gli addetti sono chiamati.
Se spettasse alle singole amministrazioni, non ci sarebbe dubbio alcuno su quale sarebbe la decisione: «Sono un costo per il Comune e sono brutti da vedere - continua Cavalluzzi - Noi sindaci ci prendiamo le critiche, ma non possiamo esimerci dal servizio. Ne farei assolutamente a meno».
«Ormai sì, ne farei a meno - conclude invece Mulas - O comunque andrebbero ridimensionati, non ne metterei così tanti come questa volta».