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Economia | 29 settembre 2022, 07:34

Oggi è la giornata anti-spreco: misure salva cibo adottate dal 35% dei consumatori della provincia di Varese

La svolta green sulle tavole dei varesotti spinta anche dalla crisi come rileva un'indagine della Coldiretti provinciale realizzata in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza delle perdite alimentari che si celebra il 29 settembre

Foto d'archivio

Foto d'archivio

Complice anche la crisi, più di un consumatore della provincia di Varese su 3 (il 35% per la precisione) taglierà gli sprechi nei prossimi mesi adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola con una svolta green spinta dall’inflazione e dai rincari delle bollette.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti prealpina su dati Coop sui comportamenti nei prossimi 6-12 mesi diffusa in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari che si celebra il 29 settembre.

Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge dunque i cittadini – sottolinea la federazione Coldiretti – ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci, anche se il problema dello spreco resta rilevante. 

Nelle case italiane si gettano mediamente ogni anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Onu, circa 67 kg di cibo all’anno per abitante, meglio degli sceicchi dell’Arabia Saudita con 105 kg di prodotti alimentari che finiscono nella spazzatura, davanti ad Australia con 102 chili e al Messico con 94 chili, mentre i più virtuosi sono russi (appena 33 chili di cibo buttato), sudafricani (40 chili) e indiani (50 chili).

Ma se si considerano solo le nazioni dell’Unione Europea, emerge che i cittadini del Belpaese sono più responsabili dei cugini francesi che in un anno gettano alimentari per 85 chili a testa e tedeschi (75 kg) mentre gli inglesi appena usciti sono a quota 77 kg. Ogni anno nel mondo viene sprecato complessivamente quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid, secondo una analisi della Coldiretti su dati Onu. 

A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. Un fenomeno che determina anche effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.

Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.

«Un problema drammatico dal punto di vista etico oltre che economico contro il quale Coldiretti è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometri zero che riduce le distanze ed i tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti» ha sottolineato il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.

 

Redazione

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