Quando aveva tredici anni suonava la chitarra, ma già a due il papà lo sfidava mettendolo alla prova: strimpellando tre note doveva indovinare il titolo della canzone. Da allora la passione per la musica non si è mai spenta, anzi con gli anni si è rinfocolata. Lui è stato anche finalista a Castrocaro e al Premio World Music Andrea Parodi, lavorando per le etichette Polygram e Peer Music e collaborando con Cheope Mogol e Lavezzi.
Lino Pinna, cantautore bustese, la musica l’ha nel sangue e venerdì sera sfodererà le sue doti di cantautore fine, sottile e ironico in un concerto al “Qui”, l’ex circolo Redaelli, in via Scisciana, 20 a Busto Arsizio (ore 21, info e prenotazioni allo 0331 370 786 o 329 6560807, ingresso libero con consumazione). Sarà anche l’occasione per lanciare una nuova e giovane cantautrice, Athena Coia.
Le nevrosi di oggi e l’alternativa della spiritualità
Lui che sa raccontare in modo ironico e sottile i problemi e le nevrosi della società contemporanea, non scorda mai quella strada della spiritualità, l’unica in grado di risolvere i conflitti. «La canzone simbolo – spiega – di questa nevrosi è “Io non mi diverto mai”, dove voglio dimostrare che la nostra società ha tanto, ma non è mai soddisfatta. Non è nell’avere che si ritrova la soddisfazione, bensì nell’essere. Colmiamo vuoti con cose materiali che finiscono con il distruggerci».
Così nelle sue canzoni scorrono temi di estrema attualità e urgenza sociale come il recupero del senso della vita, la tensione verso una strada spirituale e non materiale. Tanti i maestri che lo hanno ispirato. «Ho iniziato a suonare la chitarra con Bennato – racconta – ma sono stato anche ispirato dai modelli di De Andrè, De Gregori, Rino Gaetano, Giorgio Gaber, Franco Battiato, Sergio Caputo. E oggi apprezzo Daniele Silvestri, Vinicio Capossela e Caparezza». Degli “exempla” dunque che hanno portato il cantautore bustese a uno stile originalissimo che spazia tra vari generi musicali, dal pop al latino, dall’acustico all’elettronico fino ad arrivare al rap, giocando in modo fantasioso con sonorità e atmosfere.
Dalla folgorazione alla canzone
Compone due tipi di canzoni: quelle ironiche dove si prende gioco della società, delle istituzioni, il “Trap-olà” (genere rap), ma a lui piace mischiare più stili a suo piacimento. È cantautore pop, compone musiche orecchiabili, ballabili, radiofoniche, di 3-4 minuti massimo. Oltre a dar vita a testi e musiche, Lino Pinna arrangia e produce i suoi brani.
Ecco gli step che prendono il via dalla folgorazione irrazionale per raggiungere il traguardo con il prodotto finito. «Dapprima ho l’ispirazione – svela – Una sorta di folgorazione, un’idea che non passa per la parte razionale, poi le parole vengono insieme alla musica. Quindi da una prima traccia, si dà una forma. Esattamente come uno scultore: s’inizia a lavorare sui dettagli.
Le canzoni possiedono delle loro regole: devono essere sintetiche, chiare, devono giungere in modo semplice alle persone, quindi occorre lavorare per rendere questa massa embrionale un’opera definita».
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Un creativo a 360 gradi
Lino Pinna ha al suo attivo anche la pubblicazione di ben tre libri e sei cortometraggi. Il primo testo è un’animazione musicale con gli anziani “La mia nonna suona il rock”, il secondo scritto a sei mani con la moglie Rossella Sabato e Andrea Fuso raccoglie dodici racconti ispirati ai segni zodiacali e il terzo libro, “Tutta un’altra storia” è sottotitolato “Le incredibili avventure televisive di Fulvio Pappetti.
I cortometraggi sono invece di genere narrativo a sfondo musicale, come “L’incendio” e “Tv requiem”, il primo sui valori dell’anziano e il secondo sulla tv spazzatura.
Da un gioco didattico per ragazzi a un documentario su Battiato
Ma la poliedricità del cantautore bustese non si ferma qui. Ora è impegnato su tre fronti.
«Mi sto occupando – conclude – di alcuni progetti che avevo in ballo da tre anni. Il primo riguarda l’uscita e la diffusione di nuove canzoni, il secondo un documentario divulgativo e spirituale su Franco Battiato, sul suo messaggio spirituale e infine sto ultimando un gioco didattico destinato ai ragazzi delle scuole medie “La prof in barattolo”, un gioco di carte per imparare l’analisi logica.
Attenzione verso gli anziani
La formazione di Lino Pinna non dimentica gli anziani, con i quali ha lavorato come animatore sociale per 24 anni, al “Melo” di Gallarate e alla “Fondazione Gianetti” di Saronno.
Dunque procedendo a ritroso nel curriculum, il cantautore consacra la vita ai più bisognosi dopo aver scritto canzoni tra gli anni Ottanta e Novanta ed essere stato fino ai 30 anni nell’ambiente discografico vip. Divenuto troppo stretto per tante pecche che al cantautore non andavano proprio giù, si è dedicato all’animazione sociale.