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Territorio | 24 settembre 2022, 10:20

Centro San Carlo, tensioni e un grido di dolore: «Così il nostro tennis finirà, cosa diremo ai ragazzi?»

Un incontro pubblico dai toni molto accesi quello che si è svolto venerdì sera in Comune: è emersa la situazione dell’associazione Tip Top Tennis, che con la chiusura del centro si troverà presto costretta a cessare l’attività

Centro San Carlo, tensioni e un grido di dolore: «Così il nostro tennis finirà, cosa diremo ai ragazzi?»

Un incontro acceso, quello che si è svolto tra il sindaco Elisabetta Galli e i cittadini presenti all’interno della sala consiliare nella serata di venerdì 23 settembre.

Le tappe e la contestazione

 La serata, che era stata voluta dall’amministrazione per raccontare le vicende che hanno portato alla chiusura del Centro Sportivo San Carlo, ben presto si è trasformata in un intenso dibattito che ha visto il sindaco ricostruire le tappe dell’iter che ha portato alla chiusura mentre i presenti chiedevano a gran voce quando la struttura avrebbe riaperto le porte.

 «La Pro Loco aveva chiesto un rinnovo di altri sei anni – ha spiegato la prima cittadina dopo aver ripercorso gli step che hanno portato l’associazione a gestire il centro – ma purtroppo, dopo alcuni incontri, abbiamo dovuto constatare che le condizioni della loro domanda non rispondevano a criteri della convenzione originale, criteri che era necessario rispettare per poter dare esito positivo alla richiesta.

Per questo, dopo aver constatato che non c’erano abbastanza realtà interessate per poter indire una gara, abbiamo proceduto all’assegnazione diretta che, secondo il principio di rotazione, prevede che non si possa fare una nuova assegnazione al gestore uscente».

 La ricostruzione del sindaco Galli, contestata in alcuni punti dall’altra parte in causa, però, non è stata ascoltata con particolare interesse dal numeroso pubblico presente, composto, per la maggior parte, da ragazzi e genitori della marnatese Tip Top Tennis, che al Centro Sportivo San Carlo ha trovato, sino al 4 settembre, la sua casa.

 A sollevare il problema è stato il presidente dell’associazione Alessio Drogo che ha spiegato come la chiusura del centro abbia avuto pesantissime ricadute sull’associazione: «Se il San Carlo è chiuso noi chiudiamo – ha sottolineato con passione Drogo – ci avevate detto che avreste trovato una soluzione per evitare la cosa ma ad oggi non posso dire ai ragazzi, alle famiglie e agli allenatori quando potremo riaprire.

Se a breve non potremo riprendere l’attività i nostri 140 soci si troveranno costretti a cercare altre realtà in cui giocare, e questo rappresenterà la fine per la nostra associazione, e la perdita dello stipendio per tutti coloro che ci lavorano».

Il discorso del presidente della Tip Top Tennis, che è culminato in un acceso scontro con l’amministrazione che ha spiegato di non poter garantire date certe per l’accesso ai campi, ha suscitato il consenso del pubblico, soprattutto dei giovani allievi della scuola che hanno colto l’occasione per chiedere in prima persona quando potranno tornare a fare sport.

Nessuna data

«Non possiamo dare nessuna data – ha chiarito il sindaco Elisabetta Galli – allo stato attuale delle cose non riapriremo certo nei prossimi giorni come chiedete, ma vi stiamo assicurando che stiamo facendo il possibile per fare in modo che la chiusura duri il minor tempo possibile.

Dopo aver parlato con la società che avrebbe dovuto prendere in gestione il centro a partire dal 5 settembre, però, abbiamo ritenuto in via di autotutela di revocare il provvedimento e di iniziare subito il percorso che ci porterà a individuare la nuova procedura di affidamento, per fare in modo che il San Carlo torni al più presto accessibile a tutti».

Tra le numerose voci polemiche, e a volte aggressive, che si sono levate durante la serata, però, è sicuramente spiccato l’appello del giovane maestro di tennis Alberto Tognoni, che ha preso la parola affiancato da due giovanissimi allievi per spiegare esattamente ai presenti cosa comporta questa situazione per lui e per i ragazzi che da anni frequentano la scuola marnatese.

 

Un colpo al cuore

«Per i nostri allievi la società non è solo un luogo per praticare sport, è una vera a propria famiglia – ha raccontato Alberto – dire loro che quest’anno non potranno tornare a scendere in campo con i loro maestri e con i loro compagni è un colpo durissimo al cuore. Io stesso alla loro età ho smesso di giocare quando il mio maestro si è trasferito, e capisco come si sentono - continuando - Per noi il tempo sta scadendo; in tutta coscienza non posso dire ai ragazzi di aspettare ancora per molto, la stagione sportiva sta iniziando e se vogliono continuare a fare attività a certi livelli mi trovo costretto a consigliare loro di rivolgersi ad altre società. È possibile che non si possa fare proprio nulla?».

A rispondere al giovane insegnante sono state il sindaco e l’assessore Sara Liguori, che hanno spiegato come: «Stiamo vagliando tutte le possibilità da giorni, la questione per noi è una priorità e stiamo facendo di tutto per riaprire il Centro il prima possibile. Siamo dispiaciuti per la situazione della società, e stiamo valutando, tra le altre cose, la possibilità di poter gestire i campi da tennis come gestiamo le palestre, affittandoli direttamente alle società». E ancora: «Qualora quest’opzione si rivelasse possibile, però, ci vorrà comunque un po’ di tempo poiché si tratta di qualcosa che non è mai stato fatto prima e quindi si dovrà mettere in atto tutte le procedure necessarie per rendere quest’ipotesi una realtà».

Alberto Tognoni, ha poi voluto spendere due parole sulla gestione del Centro San Carlo, che lui stesso ha avuto modo di vivere quotidianamente grazie al suo lavoro alla Tip Top Tennis.

Oasi felice

«Era una bellissima realtà – ha concluso Tognoni – un’oasi felice che era in grado di accogliere tutti, soprattutto i giovani; le persone che se ne occupavano avevano veramente a cuore i ragazzi, e più di una volta li ho visti intervenire quando qualcuno stava facendo qualcosa di sbagliato, per correggerli e parlare con loro.

Il Centro era un luogo di aggregazione sano, positivo e sicuro, un posto dove c'erano persone interessate agli altri e alla comunità; possibile che non c’era un modo per far sì che le cose andassero diversamente?

Non so cosa succederà nei prossimi giorni, l’unica cosa che so per certo è che questa bellissima realtà è finita e non tornerà più».

Loretta Girola

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