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Opinioni | 15 agosto 2022, 08:01

EDITORIALE. Buon Ferragosto "capovolto", per oggi mettiamo il presente in stand by. Da domani si torna a sognare

In questo mondo capovolto che ci propina i Mondiali di calcio in inverno e la campagna elettorale in estate, tormento aggiuntivo oltre a caldo e zanzare, il Ferragosto rimane un punto fermo sul calendario, uno spartiacque tra un passato incerto e un futuro non so, un ultimo baluardo di pace prima dell'autunno. Ma guai disperare: qualche stella cadente è ancora in giro, pronta a realizzare i nostri desideri

Pic nic al Sacro Monte di Varese in una foto d'epoca

Pic nic al Sacro Monte di Varese in una foto d'epoca

La banalità del quotidiano tocca il suo apice a Ferragosto, una data in cui il luogo comune balla il twist e la bollitura dei cervelli arriva allo zenit, dopo mesi di terrificanti anticicloni tropicali, gradi percepiti, isoterma di zero gradi ormai nella troposfera e condizionatori in tilt. Ferragosto moglie mia non ti conosco, sosteneva Achille Campanile rifacendosi al proverbio, a Ferragosto non c’è in giro un cane, a Ferragosto si rinfresca il bosco, a Ferragosto finalmente leggerò quel libro, a Ferragosto c’è la rottura dell’estate, a Ferragosto i ladri spazzano le case, la montagna è bella a Ferragosto, a Ferragosto 50 sfumature di griglia. 

«La mia sensazione più profonda è che il Ferragosto sia la festa del Nulla: e a questa convinzione io mi adeguo», scriveva lo scettico blu Giorgio Manganelli. Chissà poi cosa fece Augusto a Ferragosto, visto che nel 18 avanti Cristo aveva voglia di riposare e decise di mettersi in ferie, smentito secoli dopo dalla voglia di evasione che salta addosso a tutti proprio quel giorno lì, e obbliga anche i più pigri a prender la macchina, la moto o la bicicletta e a uscire di casa purchessia, pena la fama di sfigato o di cronico asociale. 

«I cittadini italiani non sono da meno», chiosava Pasolini. «Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di “raptus”: era difficile non considerarli colpevolmente incoscienti».

Soldi pochi, ma alle vacanze non si rinuncia, ognuno si sceglie i chilometri di coda preferiti, dal Gottardo al Brennero, i voli cancellati, i mari con le meduse e l’acqua a 30 gradi che attende il dado Knorr, il selfie davanti al ghiacciaio che si sgretola -ne porteremo a casa un pezzetto come si è fatto con il Muro di Berlino- un tratto del Cammino di Santiago di Compostela, per metter via un po’ di santità per l’inverno, tre o quattro passi alpini scavallati con l’Harley che alla fine si grippa. Basta uscire di casa, al resto ci si pensa strada facendo.

Quanto alla Madonna, poveretta, stando ai buontemponi del web, a Ferragosto «non si festeggerebbe più la sua assunzione, perché il Cielo le risponderebbe: “Le faremo sapere”».

In questo mondo capovolto che ci propina i Mondiali di calcio in inverno e la campagna elettorale in estate, tormento aggiuntivo oltre a caldo e zanzare, il Ferragosto rimane per il momento un punto fermo sul calendario, una sorta di spartiacque tra un passato incerto e un futuro non so. L’ultimo baluardo di pace prima della collezione autunno-inverno delle varianti covid già prevista da Fauci e soci con conseguente bombardamento vaccinale, della recrudescenza del vaiolo delle scimmie, della febbre del Nilo e della Candida che non lascia scampo, del nuovissimo virus Langya, veicolato dai toporagni e ovviamente in arrivo dalla Cina, che distrugge fegato e reni, di nubifragi e trombe d’aria previsti ovunque in ottobre dal centro Pincopallo di meteorologia, di nuove guerre da aggiungere alle oltre trenta in corso, dell’aumento ciclopico delle bollette di luce e gas, del rischio nucleare e del pericolo giallo, del dramma di una fine precoce della love story di Totti e Noemi. 

A Ferragosto, per 24 ore, entra tutto in stand by, la parola passa alle costine di maiale e alla birra, ai fuochi artificiali, al pic-nic in riva al fiume in secca, al cinema all’aperto con proiezione straordinaria proprio quella sera lì. Poi dal 16 cambia tutto, magari si è ancora in ferie, o imbolsiti dal pieno di grassi saturi e carboidrati del giorno prima, ma l’aria si percepisce già diversa, non è quasi più estate ma non è ancora autunno, la burrasca di Ferragosto dei meteorologi non arriva ma la si vorrebbe, magari ci sarà la ripresina, forse i rincari non saranno così bestiali, Totti farà un figlio con Noemi (è già quasi ufficiale) e Calenda si alleerà con Garibaldi, a Varese non ci saranno più buche nelle strade e i cantieri termineranno, il verde pubblico sarà curato e forse Flaiano, nella tomba, finirà di rivoltarsi per il suo Largo, che non suona proprio come quello di Händel. 

L’Italia, in fondo, è il paese del 4-3 alla Germania, mai disperare. Cosa costa infatti sognare? A Ferragosto, checché se ne dica, qualche stella cadente è ancora in giro e «i sogni son desideri di felicità», come cantava Cenerentola. Per cui stanotte, ragazzi, tutti col naso all’insù.  

Mario Chiodetti

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