Gallarate - 25 luglio 2022, 15:52

Gallarate: San Cristoforo prova a tenere sulle spalle 500 minori. Due anni fa erano 50. E non finisce lì

In occasione della festa dedicata al patrono di Gallarate, Monsignor Riccardo Festa descrive lo sforzo sociale sostenuto dalle parrocchie e dalle comunità. Ambiente, minori e casa le emergenze principali. La fede e l'impegno, oltre le avversità, come motore per agire, innovare, incontrare

Monsignor Festa all'altare di Santa Maria Assunta per la celebrazione di San Cristoforo

Messa solenne, oggi, in Santa Maria Assunta, per San Cristoforo. E se si presume una notevole partecipazione (è pur sempre la festa patronale della città) ci si sbaglia: presenze scarse. In sintesi, pochi fedeli, anche se molto partecipi. Monsignor Riccardo Festa invoca: «Piova la benedizione di San Cristoforo». Parole che racchiudono un mondo. La leggenda sul martire dice che l’uomo, possente (il parroco ha fatto riferimento anche alle opere d’arte custodite in basilica), caricò sulle spalle il piccolo Gesù e gli fece attraversare un fiume impetuoso, andando, e portandolo, “oltre”. Il racconto si adatta alla sconfitta delle avversità e delle correnti. Al soccorso dei piccoli e degli indifesi. Al rapporto, tutto locale, con l’Arno, che in passato poteva essere  pauroso, risorsa e minaccia.

Tradizionale donazione dei ceri da parte dell'Amministrazione comunale (nel video), un invito alla preghiera, nelle parole del parroco.

Monsignor Festa ha pronunciato un’omelia densa di significati e ricadute. Premessa affidata una descrizione di San Cristoforo così come custodita dalla basilica, «…gigantesco e gentile». Poi ha affondato. Un viaggio che è partito dalla fede, ha bucato la tradizione, ha descritto il presente, ha volto lo sguardo al futuro. Primo capitolo, l’ambiente. San Cristoforo è patrono di Gallarate anche grazie a un corso d’acqua che oggi è irriconoscibile. Vena che irrorava la città, temuta, in seguito governata, oggi asciutta. Peggio, arsa. Prima emergenza nominata, quella ambientale. A Gallarate e nel mondo.

Presente segnato, ancora e incredibilmente, dalla questione sanitaria. Una minaccia capace di penetrare, nonostante i progressi nel suo contrasto, la vita di tutti e le case di ciascuno. Altro? «L’emergenza educativa – ha ricordato monsignor Festa - In due anni, il Consultorio decanale è passato dal seguire 50 adolescenti a 500. Loro, gli operatori del consultorio, fanno la parte clinica, a noi chiedono nuove possibilità di incontro per rigenerare occasioni vitali. E ci vuole un programma». Risorse a disposizione? Per esempio parrocchie e  oratori, soprattutto i secondi fatti di strutture, professionalità e talenti. «Ma – ha rimarcato a più riprese Festa - occorre affrontare nuove sfide».

Secondo tema: «La casa. Cessati alcuni parametri Covid, gli espropri sono ripartiti. C’è chi la casa non ce l’ha, chi fatica a mantenerla, magari per una circostanza improvvisa, chi ha bisogno di un alloggio perché in uscita da un percorso di recupero, chi fugge dalle guerre, in Ucraina e non solo. Ci sono anche gli insegnati in trasferta che provano a non consumare tutto il loro stipendio in un affitto, le mamme sole, i padri separati. In questo campo siamo meno attrezzati rispetto a quello educativo. Ma vogliamo raccogliere la sfida del nostro vescovo Mario, effettuare una verifica sul patrimonio immobiliare a disposizione, anche coinvolgendo esperti, Servizi sociali, cooperative». Sfide tratteggiate.

Ad ascoltare, esponenti della Giunta comunale e della politica  locale. Il sindaco, Andrea Cassani: «Monsignore ha ragione nel dire che nasce sempre una nuova sfida alla quale fare fronte. Che non ci si può adagiare. Cercheremo ancora e sempre di cogliere queste sfide e di adeguare le nostre risposte». Margherita Silvestrini e Giovanni Pignataro (Pd): «Abbiamo ascoltato le parole di monsignore e apprezzato l’azione del mondo cattolico. In gran parte la conoscevamo. Certo, l’impegno interpella, viene da chiedersi se, altrove, non nelle parrocchie, si faccia abbastanza». «Alcuni passaggi di monsignor Festa mi hanno fatto sobbalzare – le parole del consigliere Massimo Gnocchi – soprattutto, ma non esclusivamente, sui minori».

Vale un principio, rilanciato dal parroco, ricordato per i cattolici – esplicitamente citati – e, probabilmente, per tutti: «I problemi si devono vedere come sfide, la quiete è un equilibrio precario fra benessere e disagio». San Cristoforo, leggenda alla mano, affondò le gambe nella corrente, la affrontò, iniziò a camminare.

Stefano Tosi