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Opinioni | 16 luglio 2022, 15:21

Vacanze da incubo e partenze rovinate: i diritti di chi prende un aereo non valgono meno di chi sciopera

Chi ha fatto sacrifici e speso giornate di lavoro per concedersi una vacanza non può essere considerato un "pacco" da spostare, rispedire o congelare come accadrà domani causa sciopero a tanti cittadini della nostra provincia che avrebbero dovuto viaggiare verso la meta scelta. Il caso di due genitori con bambine del Varesotto: dall'aereo al treno, tra 24 ore vivranno un'epopea di un giorno per arrivare in Puglia

Vacanze da incubo e partenze rovinate: i diritti di chi prende un aereo non valgono meno di chi sciopera

Ci sono i sacrosanti diritti dei lavoratori delle compagnie low cost e di quelli impiegati nei servizi di terra degli aeroporti, ma ci sono anche quelli, altrettanto sacrosanti, di chi, anche con sacrifici compiuti durante l'anno per guadagnarsi una vacanza, se la vede rovinare o guastare da giornate come quella di domani, in cui sarà quasi impossibile partire dai nostri aeroporti causa sciopero.

Un vacanziero non è da mettere in secondo o terzo piano come se non esistesse e non va trattato come un "pacco" da spostare, rispedire, congelare né, con tutto il rispetto, come un "coglione", magari perché "tanto lui va in vacanza, mentre in ballo ci sono posti di lavoro e stipendi": anche dietro al viaggio di un cittadino ci sono un posto di lavoro e uno stipendio, sudati e meritati, magari anche umilmente, senza i quali non ci sarebbero gli stipendi di chi lavora nel settore aeroportuale. 

Domani dalla provincia di Varese in tanti partiranno, o meglio avrebbero dovuto partire in aereo, ma non potranno farlo in giornata, nell'orario previsto o con lo stesso mezzo scelto. E alcuni ci rimetteranno anche soldi, oltre al fegato, e nel migliore dei casi andranno incontro a una giornata fantozziana. 

È quanto capiterà a un gruppo di persone in partenza dal Varesotto verso la Puglia, che ha raccontato ciò che lo aspetta al nostro giornale. Tra loro, ci sono anche due bambine e i rispettivi genitori: avrebbero dovuto imbarcarsi alle 10 da Malpensa con un volo EasyJet diretto a Brindisi, prima del transfer in un villaggio in provincia di Taranto. Ieri il loro volo si è "trasformato" in un viaggio in treno da Milano Centrale a Brindisi: partenza alle ore 13, arrivo alle 21, se tutto va bene, prima dello spostamento notturno verso la zona di Castellaneta. Dieci ore, incrociando le dita, invece che tre, e una giornata persa con un rimborso certo, ci mancherebbe, sempre che il costo del treno prenotato dall'agenzia all'ultimo momento per fare fronte allo sciopero non sia superiore a quello già pagato per l'aereo.

C'è di peggio, sicuramente, ma c'è anche da fare i conti con la vita e le storie di chi, per arrivare a poter partire, ha investito lavoro, tempo e speranze, che non valgono meno di quelli di chi reclama i propri diritti con una compagnia, un gestore aeroportuale o chicchessia.

Andrea Confalonieri

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