- 12 luglio 2022, 12:56

VIDEO Come va il settore terziario della nostra provincia? «Il 2021 è stato l’anno della ripresa»

General Report 2022 è un’interessante ricerca curata da Spazio Indagine Varese, che ha esposto i dati lavorativi relativi a tre comparti: bene turismo e servizi, fatica un po’ di più il commercio. Quasi un migliaio di attività in più rispetto all’anno precedente, ma manca il personale specializzato. Cresce l’imprenditoria giovanile, femminile e straniera

Il 2021 è stato l’anno della ripresa per il settore terziario di Varese. È questo, in estrema sintesi, il quadro risultato dalla ricerca General Report 2022, a cura di Spazio Indagine Varese, l’osservatorio di settore degli Enti Bilaterali della provincia, organismo paritetico senza fine di lucro costituito per favorire il dialogo tra le parti sociali finalizzato allo sviluppo delle aziende.

Turismo, servizi e commercio. Tre settori analizzati che, ciascuno in misura differente, hanno fatto registrare dati positivi: chiara e visibile la crescita dei primi due, mentre nel commercio si tratta di un calo meno netto rispetto a quello degli scorsi anni.

«È l’anno della ripresa e dell’uscita da un biennio veramente nero - le parole di Alessandro Minello, professore dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e principale conduttore della ricerca - Il terziario sta affrontando queste riprese e questo rilancio con grande attenzione a nuove formule imprenditoriali, a nuovi canali di vendita e attraverso la riorganizzazione delle attività».

L’andamento dei tre comparti principali è stato diverso, ma nel complesso, il terziario ha fatto registrare una crescita di sistema, con 925 attività in più rispetto allo scorso anno.

Il comparto del commercio appare quello con un incremento più difficoltoso, con una perdita di 258 posti. Ma è un dato che comunque fa vedere con ottimismo al futuro: «Nel commercio crescono le attività ma cala l’occupazione, però cala molto meno rispetto agli anni precedenti, quindi ci attendiamo un saldo 0 per il 2022».

Cresce invece l’occupazione nel comparto dei servizi, soprattutto nel campo del marketing e delle agenzie pubblicitarie.

Dati confortanti anche per il turismo, in cui è cresciuto il numero delle attività, soprattutto Bed&Breakfast e foresterie, come conferma Alessandro Castiglioni, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo. Anche gli addetti del settore sono in crescita, seppur con contratti di lavoro intermittente e subordinato, i quali però «non devono soppiantare quelli a tempo determinato o indeterminato» secondo Castiglioni.

«Per quanto riguarda il mercato del lavoro, oggi abbiamo 9 mila posti di lavoro in più rispetto all’anno scorso e siamo su un livello di saldo occupazionale prepandemico» continua Minello.

Dov’è quindi la differenza rispetto a pochissimi anni fa? «È cambiato che il saldo occupazionale è prevalentemente di tipo flessibile, cioè legato a particolari contratti come l’intermittente e il parasubordinato: questo sembra un paradosso perché le imprese faticano a trovare lavoro mentre d’altro canto c’è un offerta di lavoro abbondante, però di tipo flessibile».

Il punto critico, secondo Minello, è la ricerca del personale specializzato, che porta il sistema ad avere un’offerta di lavoro basata più sulla quantità che sulla qualità.

Al contrario, molto incoraggiante la crescita dell’imprenditoria femminile, straniera e giovanile, favorita quest’ultima dal processo di digitalizzazione del lavoro in corso. I giovani sembrano prediligere oggi quegli impeghi che permettono loro di conciliare la vita professionale con i tempi della propria vita privata.

«Il mondo colpito dal Covid, e ora dalla guerra, è diverso da quello precedente: fare impresa vuol dire quindi fare nuova impresa. Il terziario ha affrontato da subito questa metamorfosi» conclude Minello.

Lorenzo D'Angelo