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Malpensa | 11 luglio 2022, 10:23

«Il Masterplan 2035 è una contraddizione irrisolta»

I Comuni di seconda fascia aeroportuale tornano sulla vicenda del Masterplan di Malpensa, tramite le parole del sindaco di Cazzago Brabbia, Emilio Magni, capofila del Cor2. «Il territorio e le istituzioni devono prendere atto degli enormi danni che potrà causare»

«Il Masterplan 2035 è una contraddizione irrisolta»

I Comuni di seconda fascia aeroportuale tornano sulla vicenda del Masterplan di Malpensa, tramite le parole del sindaco di Cazzago Brabbia, Emilio Magni, capofila del Cor2.

«Non si vuole finalmente capire che l'iter del Masterplan 2035 di SEA si trascina, faticosamente, il fardello di un pesante equivoco. Equivoco che deve essere risolto per poter comprendere se, e quale futuro potrà avere l'aeroporto di Malpensa. Le ragioni storiche di questo equivoco sono: 1. la crescita fisiologica dell'attività aeroportuale, 2. la crescita dell’urbanizzazione e delle infrastrutture del territorio nell'intorno di circa 25 chilometri di raggio. Si pone quindi un problema di compatibilità per questa delicata coabitazione. Qui sta l’equivoco: ogni piano di sviluppo aeroportuale dovrebbe, prima di tutto, affrontare e risolvere il problema della compatibilità. L’analisi della compatibilità, attuale e futura, oltre ad essere il presupposto per procedere con un corretto metodo valutativo, permette di stabilire quali potrebbero essere i limiti dell’attività aeroportuale senza che si abbiano effetti negativi sul territorio, inteso come ambiente e persone.

È SEA in grado di risolvere questo dilemma? È SEA in grado di fornire dati oggettivi che permettano di verificare ed approfondire questo problema di compatibilità? E stabilire quali potrebbero essere i limiti allo sviluppo?

La risposta è no, SEA non è in grado di farlo. Sul Masterplan 2035 grava dunque questa irrisolta contraddizione che lo rende strumentale a decisioni non sindacabili, non negoziabili, non rispettose di un confronto con il territorio. Come invece dovrebbe essere, secondo leggi e regolamenti.

Analizzando il tema della compatibilità vengono ad esame ulteriori argomenti, particolarmente sensibili ad una visione «climate friendly», come ad esempio: primo fra tutti l’aumento della CO2, poi la dispersione di principi attivi ad elevato potere inquinante, la cementificazione e la impermeabilizzazione del suolo con il contributo all’aumento della temperatura, il rumore, eccetera. Nel caso del Masterplan non vi è il quadro di riferimento di un Piano d’Area, non è stata condotta una VAS (Valutazione ambientale strategica), né una VIS (Valutazione di impatto sulla salute) in questo modo togliendo la possibilità di un passaggio valutativo preliminare, in grado di predisporre presupposti corretti per una adeguata pianificazione. Come la Legge prevede.

Così, fra osservazioni al Master Plan, dibattiti pubblici, comunicati stampa, accordi di protocollo, definizione di compensazioni che sono un «via libera» incondizionato, rettifiche varie, passa e si consolida l’idea della legittimità del Masterplan, ovvero di una scatola vuota che SEA saprà riempire in funzione esclusiva dei propri interessi aziendali e di quelli del comune di Milano. Sulla pelle del territorio e di chi in questo territorio vive, abita e lavora.

Il territorio e le istituzioni devono prendere atto di questo equivoco e degli enormi danni che potrà causare, ed operare per riportare la questione dentro il sentiero di corrette e condivise procedure di valutazione e di pianificazione. Nel frattempo vige un regime di liberalizzazione delle rotte e degli orari, con voli notturni in deroga permanente, e rotte che vanno a sorvolare nuove zone del territorio utilizzate come scarico delle concentrazioni di inquinamento delle zone maggiormente frequentate da atterraggi e decolli».

C. S.

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