Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Alessandro Franzetti, già presidente del consiglio comunale di Luino, dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sul tema dell'aborto:
«L'aborto non è un diritto. È un omicidio. E a dirlo non è Papa Francesco soltanto, ma la scienza e la biologia che ci dicono che la vita umana ha inizio con la fusione dei gameti maschile e femminile. Dunque l'embrione è uno di noi. Noi tutti siamo stati embrioni in potenza. E se le nostre madri avessero abortito non saremmo sulla Terra. I sofisti hanno inventato la differenza tra vita umana, persona e individuo. Ma si tratta appunto di sofisma. Noi siamo tutti persone, vita umane e individui. Scindere queste tre entità è subdolo e capzioso. Vi racconto la mia storia. Nacqui a Milano nel luglio dell'83 alla clinica Mangiagalli. Mia madre biologica (che non ho mai conosciuto) mi diede la vita e di ciò le sono e sarò sempre grato. Ebbe la straordinaria forza non di abbandonarmi, ma di sapere che dandomi in adozione sarei finito in una famiglia che mi avrebbe accolto con dignità e amore. Immaginate questa povera donna, senza il suo bimbo...come dico sempre io ho la fortuna di avere tre madri: quella celeste, che è la Madonna, quella naturale e quella che mi ama più della sua stessa vita, colei che mi ha cresciuto. Che poi è la mia mamma. Pensate alla mia storia quando sentite dire che l'aborto è un diritto. Ma che diritto può essere uccidere un bimbo nella pancia? Quindi plaudo alla sentenza della Corte Suprema degli USA, non la penso come Macron e i nostri radical-chic che fanno le vacanze a Capalbio. Io sono per la Vita. Sempre»
Alessandro Franzetti
Già Presidente del Consiglio Comunale di Luino