La Varese Nascosta | 11 giugno 2022, 08:00

LA VARESE NASCOSTA. Quando l'Aermacchi di via Sanvito finì sotto le bombe

Quarta puntata della rubrica in collaborazione con l'associazione nata nel 2015 che porta alla luce la Varese sotterranea, storica, misteriosa, sconosciuta. Oggi Fausto Bonoldi racconta una pagina buia della storia della città: il bombardamento alleato del 30 aprile 1944

L'Areonautica Aermacchi di via Sanvito distrutta dalle bombe (foto da La Varese Nascosta)

L'Areonautica Aermacchi di via Sanvito distrutta dalle bombe (foto da La Varese Nascosta)

Quarta puntata della rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta . Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.

Come è scritto nella presentazione del sito dell'associazione nata nel 2015 anche grazie all'indimenticabile Andrea Badoglio, "portiamo alla luce la Varese sotterranea, storica, misteriosa, sconosciuta e nascosta, con le sue tradizioni e origini che si stanno perdendo. Rintracciamola, scopriamola e cerchiamo informazioni su tutta la Provincia".

Oggi raccontiamo una pagina triste della nostra storia...

Il bombardamento notturno della Raf del primo giorno di aprile del ’44 aveva mancato l’obbiettivo, l’Aeronautica Macchi, ma aveva seminato morte (17 vittime a Varese e una a Casciago) e distruzione, l’attacco aereo che voleva essere “chirurgico” dei bombardieri americani centrò invece il bersaglio ma causò danni collaterali ben più gravi: 81 persone, in gran parte civili, uccise dalle bombe alleate. La data, domenica 30 aprile 1944, era stata concordata con i servizi statunitensi dai capi politici (il Cln) della Resistenza varesina, al fine di non mettere in pericolo la vita dei dipendenti dell’Aermacchi che, stanchi di guerra, avevano da tempo cercato di ostacolare la produzione di velivoli per le forze aeree germaniche.

A mezzogiorno di quel 30 aprile, diciotto bombardieri Usa decollati dalla base di Monopoli, vicino a Bari, oscurarono il cielo sopra Varese: i temibili B-17, le “fortezze volanti”, martellarono lo stabilimento di via Silvestro Sanvito riducendolo a un cumulo di macerie ma le loro bombe colpirono anche i colli dei Miogni e dei Campigli e la zona di Casbeno. Numerose vittime si ebbero nel parco dell’Hotel Palace, adibito a ospedale militare, dove avevano cercato rifugio pazienti, dipendenti ospedalieri e visitatori. Il direttore sanitario, colonnello Antonino Dondero, aveva chiesto inutilmente di poter ridipingere una croce rossa sul tetto visibile dagli aerei, dopo che quella esistente era stata mimetizzata per non fornire ai bombardieri un punto di riferimento vicino allo stabilimento Aermacchi.

Il bombardamento rase al suolo il vicino Kursaal con la sua sala teatrale e rese inservibile la funicolare che da via Sanvito portava al grande albergo. Sedici persone del Cantoreggio, tra cui l’intera famiglia Baratelli, papà, mamma incinta e due bambini, furono sterminate in un prato mentre erano dirette a un vicino rifugio antiaereo; un’altra famiglia di cinque persone fu sepolta dal bombardamento nella cascina che abitavano nei pressi del santuario della Schirannetta.

Tra gli edifici pubblici danneggiati anche la sede del Laboratorio d’igiene e profilassi di via Campigli. Otto anni fa, nella strada che conduce all’Hotel Palace è stata posta una targa in memoria delle vittime dei due bombardamenti.

Fausto Bonoldi da La Varese Nascosta

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