«Non è possibile continuare a creare contrapposizioni e frizioni tra professioni», commentano così Gian Antonio Girelli, nella sua veste di responsabile del Forum sanità del Pd lombardo, e Samuele Astuti, consigliere regionale e capogruppo dem in Commissione sanità, la proposta dell’assessore al Welfare Moratti di sostituire il medico di famiglia con gli infermieri.
«Abbiamo presentato una mozione, che va in Aula martedì prossimo, dove parliamo proprio della multidisciplinarietà del sistema e della sinergia tra le varie professioni – ricordano Girelli ed Astuti –. E questo perché la carenza di personale e le difficoltà da affrontare necessitano della massima razionalizzazione e di un utilizzo ottimale delle risorse. Quindi, vorremmo sapere dalla Moratti in cosa consiste la sperimentazione che ha annunciato. Scelte di questo genere hanno bisogno di un necessario coinvolgimento del consiglio regionale e di un coordinamento secondo regole nazionali che non possono essere interpretate dai livelli regionali».
Soprattutto, aggiungono i consiglieri dem, stupiscono le dichiarazioni della vicepresidente che parla di «supplenza e interscambiabilità di ruoli tra medici e infermieri. Noi pensiamo che laddove ci siano delle sedi vacanti di medici di medicina generale, la presenza degli infermieri all’interno delle Case di comunità possa rappresentare una prima interfaccia con il cittadino, appropriata per la tipologia di bisogni che esprime quel livello, mantenendo però il netto confine tra competenze. Continuare a mettere in contrapposizione professioni sanitarie e professione medica non giova certo a quel percorso di integrazione da tutti invocato e indispensabile per costruire finalmente la medicina territoriale in Lombardia».
Per gli esponenti Pd, insomma, «non possiamo permetterci di sprecare l'occasione delle Case della comunità considerandole dei semplici poliambulatori, senza reale integrazione tra diverse professioni e tra sanità e sociale».