«Mamma sto bene, non ti preoccupare. Ti voglio bene. Fra poco mi sistemerò e presto vi verrò a trovare. Cercherò una sistemazione anche per voi, non voglio lasciarvi in povertà».
Aveva detto alla madre che sarebbe andato a prendere il pane, in realtà si è fatto vivo due mesi dopo con questa lettera. Lui, come tanti, è voluto fuggire da un regime che lo aveva ridotto sul lastrico, gli aveva soppresso ogni libertà, lo faceva vivere a mala pena con un tozzo di pane, da schiavo. Così il 6 marzo 1991 quella commissione mancata, quel pane non recapitato, sono stati la salvezza.
Il viaggio e i sacrifici
Per lui e per la sua famiglia. Nel porto ha trovato una nave panamense in procinto di partire e senza pensarci due volte – lui insieme ad altre 4mila persone - è salito su quella nave che gli avrebbe cambiato la vita.
Manuel Tatani, l’imprenditore che con la sua attività edile costruisce e vende appartamenti a Busto Arsizio, impegnatissimo da mattino a sera e quasi ogni giorno riceve proposte di lavoro, ha una bella storia da raccontare. Una storia fatta di sacrifici, sofferenze, angosce e anche umiliazioni. Ma, animato da un’incredibile volontà di riscatto, di desiderio di libertà, di voglia di lavorare, di conquistare la felicità, per sé e i suoi sei fratelli, è stato capace di trasformare quella storia, in una carrellata di vicende costellate da gioia, amore e felicità.
Lui, nato e cresciuto a Durazzo, a 26 anni ha lasciato la sua Durazzo, la sua terra, una città cui sempre resterà legato da un cordone ombelicale, ma che purtroppo negli anni Novanta era invivibile. «Sotto il regime comunista di Enver Hoxha, che ha detenuto il potere dal ’44 all’85 – racconta Manuel – eravamo trattati come schiavi, senza diritto di parola, senza diritto di possedere una proprietà, si lavorava per il regime, ma si viveva con un pezzo di pane, nella povertà massimale, in una casa piccola, io con i miei sei fratelli».
Una vita insopportabile che ha così spinto l’imprenditore bustese a lasciare Durazzo. Dopo un viaggio infinito di due giorni su una nave tartaruga con 4mila persone stipate l’una sull’altra, tutti sdraiati a terra coperti con sacchi di cellofan, senza né cibo né acqua, è sbarcato a Brindisi. «Qui siamo rimasti tre giorni vicino alla ferrovia, dormivamo sui vagoni dei treni e lungo i marciapiedi – sottolinea – Poi ci hanno portato a Metaponto, vicino a Cosenza dove siamo rimasti nelle tende sulla spiaggia per tre mesi e dopo in provincia di Benevento a Polianise per cinque mesi dove la parrocchia ci aveva ospitato in una casa. Ma ci hanno detto che avremmo dovuto trovare lavoro entro due settimane, altrimenti ci avrebbero riportato in Albania».
A quel punto Manuel ha lavorato come carpentiere con il magro stipendio di 100 mila lire al mese. Da qui è poi partito per il Nord ed è arrivato a Gallarate, “ospite” per due mesi da un cugino in una roulotte sotto il ponte della Mornera. Ha trovato un lavoro come aiuto-muratore e un appartamento a Bienate dove è rimasto due anni per poi trovare casa prima in crso Italia, poi in via Verona a Busto Arsizio. A questo punto era pronto per chiamare i suoi fratelli, cercando una sistemazione anche per loro.La sua vita subisce un’ulteriore svolta quando nel ‘94 decide di tornare a Durazzo per le vacanze.
L'amore e il lavoro
Qui conosce Dhurata, la donna della sua vita che lo segue in Italia. I due convolano a nozze nel ’95 e dopo due anni, nel ’97 nasce Rodolf - ora giovane 25enne con una laurea alla Bocconi, studia in Cattolica “Innovation and Technology Management” - e nel 2000 Ema, 22enne studentessa di Scienze bancarie finanziarie e assicurative in Cattolica.
Nel frattempo trova altri due lavori come muratore, ma sempre sottopagato, addirittura qualche mese la già misera busta-paga salta.
Ma, sempre animato dal desiderio di lavorare e trovare una sistemazione per i fratelli, inizia a lavorare per conto proprio. Costruisce una casa ad Armio, sopra Maccagno e da lì il lavoro si diffonde a macchia d’olio. Si mette in società con un geometra dando vita a una srl. «Ma le cose non andavano come volevo – prosegue – Così nel 2006 ho deciso di creare una mia Impresa. Ho iniziato a costruire tante villette, appartamenti che vendo. Insomma da allora sempre tanto tanto lavoro. Ancora oggi».