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Busto Arsizio | 27 maggio 2022, 05:50

Crisi demografica: «Urge invertire la rotta»

Ieri al Museo del Tessile con l’Officina delle idee 2.0 si è parlato dell’emergenza sociale ed economica causata dal continuo calo della popolazione. «Un tema drammatico che mette a rischio il funzionamento della nostra democrazia»

Crisi demografica: «Urge invertire la rotta»

Dalla piramide demografica alla configurazione a trottola, con un boom nel 1964 e una caduta verticale negli ultimi anni, dai provvedimenti non sempre semplici, giusti e chiari a sostegno delle famiglie al progetto “People”. Ieri sera al Museo del Tessile si è parlato di un tema scottante con l’Officina delle idee 2.0, promotrice dell’iniziativa: “La crisi demografica come emergenza sociale ed economica”. Un parterre di tutto rispetto con Gigi Farioli come moderatore.

Dopo i saluti del presidente Franco Binaghi che ha evidenziato la drammaticità dell’emergenza sociale ed economica in Italia che mette a rischio il funzionamento della nostra democrazia, la parola è passata a Gigi Farioli che ha sottolineato la mozione che come gruppo consiliare ha presentato, dando all’esecutivo un mandato per elaborare interventi di incentivazione alle famiglie.

Enrico Maria Tacchi, sociologo e professore: “Andamento demografico dal dopoguerra al 2040”

Enrico Maria Tacchi ha esordito dicendo che la previsione relativa al 2040 non è una congettura, ma si basa su dati statistici. Ha sviluppato l’intervento parlando del perché si parla di squilibri, delle nascite in Italia nell’ultimo secolo, del baby boom degli anni Sessanta, delle conseguenze nei decenni successivi e la situazione odierna.

«Squilibri perché si è passati dalla piramide demografica a una configurazione a trottola o a cipolla. Dal 1926 al 2021, a parte il boom del 1964, la curva ha avuto un andamento a caduta verticale. Specialmente negli ultimi 13 anni non ha fatto altro che scendere, collassando nell’ultimo decennio». I motivi del baby boom non sono da rintracciare nel numero dei figli per donna, peraltro simile a quello odierno (2-3), ma il numero delle donne feconde che nel 1964 si aggirava sui 10milioni, contro i 5milioni nel 2001. La situazione si fa drammatica nel 2040 se si considera che il numero delle donne fertili dal 2002 al 2021 è di 4milioni, meno della metà del ’64. «Nel mondo poi la situazione è differente: se l’Africa è in continua crescita, l’America registra ancora una crescita positiva, il Giappone e la Corea sono conciate al pari dell’Italia e la Cina tra poco non sarà più il paese più popolato al mondo con la campagna per il figlio unico».


Mario Sberna, presidente nazionale Famiglie numerose: “Recenti provvedimenti per il sostegno alla famiglia: aspetti positivi e criticità”

«Urge invertire la rotta - ha osservato Sberna - Ogni anno si registrano 20mila bambini in meno in Italia. Ci sono più morti che nati. Il nostro Paese spende poco per la famiglia: su 1800 miliardi di Pil, 20 sono destinati alla famiglia, mentre in Germania su 3800 di Pil, 125 sono pro famiglie». Ha poi parlato del “Family Act”, la legge sulla famiglia del 7 aprile 2022 approvata in Senato con 193 sì e 10 no. «È la prima volta che si parla seriamente di famiglia».

Prevede l’assegno unico, sostegni alle spese educative, riforma per i congedi parentali, incentivi al lavoro femminile, protagonismo. Ma le criticità emergono soprattutto su come sarà finanziato il Family Act: per i nuovi congedi e aiuti serviranno altri due anni. «Tre milioni di famiglie non hanno preso ancora l’assegno e due milioni sono rimaste escluse, l’assegno unico perdipiù si riduce se si hanno figli maggiorenni. La richiesta dell’assegno non è una procedura semplice, occorre ricorrere al Caf. Poi le iniquità dell’Isee. L’Italia è l’unico paese al mondo che usa ancora questo sistema di riferimento. Le famiglie numerose sono le più svantaggiate, gli unici che guadagnano sono i conviventi. Dunque o l’assegno unico prevede il doppio dei soldi, o è meglio lasciar perdere».

Mauro Vitiello, vicepresidente Univa e imprenditore: “People: l’impresa di crescere insieme”

People è un progetto per migliorare la situazione delle famiglie dei dipendenti. «Si propone di contrastare le negative dinamiche demografiche, supportare le imprese con iniziative a sostegno della genitorialità dei dipendenti, la conciliazione lavoro-famiglia, portare il tema della demografia nel dibattito politico-sociale», ha spiegato Vitiello. Tre le macro-categorie: valori (continuità, inclusione e sostenibilità), visione come fiducia nel futuro, rendere le imprese più attrattive per i talenti e la provincia di Varese più competitiva, valorizzare il ruolo dell’impresa.

Infine l’impegno: ogni impresa definisce il livello di ingaggio aziendale e sceglie le azioni da intraprendere tra quelle del progetto, contribuendo a sviluppare con il supporto di Univa. Tre i livelli di intervento: culturale, territoriale e aziendale. Si rivolge a imprese, persone, genitori e istituzioni stakeholder. «Le azioni del progetto riguardano la conciliazione vita e lavoro, la consulenza alle imprese con un team di esperti Univa, la connettività per il lavoro agile, strumenti finanziari con istituti di credito per sostenere la genitorialità, accessibilità a servizi pubblici e privati e formazione».

Laura Vignati

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