Erano due le opzioni possibili, come da accordo sottoscritto a settembre 2021: un ingresso graduale o quello in un’unica soluzione. Luis Scola ha scelto la seconda.
Da oggi - anche se non formalmente: carte e notai richiedono un tempo di perfezionamento - l’ex campione argentino è il proprietario della Pallacanestro Varese. A lui andrà subito il 51% delle quote societarie, con il consorzio Varese nel Cuore che scende al 44% e Il Basket Siamo Noi che rimane al 5%.
Per la prima volta dal 1945 il massimo sodalizio cestistico cittadino non sarà posseduto da italiani. Anzi: da varesini.
Perché questa accelerazione? Come ha dichiarato lo stesso Scola «per dare ancora più corpo al lavoro iniziato durante la stagione»: otto mesi trascorsi da “capo delle operazioni” (e da amministratore delegato), nella sostanza dei fatti, non potevano in effetti che trovare - più prima che poi - una corrispondenza anche nei numeri.
Ma è anche un altro l’intento che ha portato al 51% immediato: quello di dare ancora più credibilità - interna ma soprattutto esterna - al progetto. È come se Scola, con il passo odierno, avesse voluto far sapere a tutti - giocatori, agenti, istituzioni, sponsor - che ora c’è davvero una nuova Varese con cui avere a che fare. La sua Varese.
Resta altissimo il riserbo sui dettagli economici dell’operazione. E non è quindi ipotizzabile se il passaggio delle quote sarà remunerato direttamente da parte dell’olimpionico. Una cosa è invece certa: con l’acquisto, Scola si impegna ufficialmente a garantire per la sua parte - di maggioranza - sia i contributi alla formazione del budget, sia la partecipazione alle eventuali perdite.
Nel consiglio di amministrazione che ha partorito la decisione non si è invece parlato della Varese Sport & Entertainment, ovvero la seconda stampella del futuro biancorosso. Come da noi anticipato qualche settimana fa (leggi qui), la compagine sarà almeno all’inizio composta da 4 imprenditori locali (tre già sostenitori, più una new entry di peso dal mondo delle telecomunicazioni) e dallo stesso Scola e dovrebbe apportare finanze fresche per 1 milione di euro, utili a ripianare il debito pregresso e ancora esistente. In cambio la cordata otterrebbe il 39% delle quote (Scola 51%, VSE 39%, Varese Nel Cuore 5%, BSN 5%). Si attendono novità.
Tutto qui? Per oggi sì. Anche se in città si fa sempre più forte la sensazione che ci siano margini affinché la Pallacanestro Varese un domani possa parlare ulteriormente straniero e non solo argentino. Il meeting tra Scola e gli australiani facenti capo alla Camera di Commercio italiana di Melbourne, tra cui John Caniglia, avvenuto il giorno dell’ultima di campionato contro Sassari, è cosa nota: meno lo è il fatto che gli stessi aussie abbiano avuto freschi contatti anche con l’amministrazione comunale e la Camera di Commercio, in funzione entrambi di intermediari. Il loro interesse va ben oltre il basket: si estende alle strutture (presenti e future, stadio Franco Ossola compreso, con un occhio anche alle Olimpiadi Invernali 2026) ed è sostenuto dal sistema politico e associazionistico cittadino e regionale. Basterà a trovare uno spazio anche per loro? Lo si vedrà: alcuni, va scritto, affermano che imprenditori australiani e Scola abbiano cercato un’intesa diretta anche in termini di quote nei giorni scorsi.
Resta da capire se l’accelerata odierna di Luis abbia in qualche modo cambiato le carte in tavola, sia per gli australiani, sia per la VSE.
Ecco il comunicato della società:
Pallacanestro Varese comunica che in occasione della riunione del CDA che si è tenuto questo pomeriggio alla Enerxenia Arena, l’amministratore delegato Luis #Scola ha comunicato ai consiglieri ed alla proprietà del club la volontà di esercitare l’opzione di acquisizione del 51% delle quote societarie, così come previsto dal contratto firmato la scorsa estate.
L’ufficialità dell’operazione avverrà solo dopo l’espletamento di tutte le pratiche burocratiche previste. Le condizioni dell’accordo sono e rimarranno private e confidenziali.
«Sono estremamente contento di questa possibilità - le parole di Scola-. Sono fiducioso che questa soluzione, presa al fine di dare ancora più corpo al lavoro iniziato durante la stagione, possa portare numerose soddisfazioni nel futuro»