In quanti conoscono l’oasi dei fontanili, al confine tra Gallarate, Cavaria e Besnate? Se lo chiede un gruppo di cittadini che, per tutelare l’area naturalistica, promuove una petizione. Doppio appuntamento, tanto per incominciare, nelle domeniche dell’8 e del 14 maggio, al Monte Diviso, dalle 10 alle 18.
Occhio al meteo e la speranza che in tanti si mobilitino per rilanciare, tutelare e valorizzare la zona. O per fare il primo passo nella direzione della scoperta: l’impressione è che in pochi siano al corrente della sua esistenza.
La raccolta firme presenta l’area umida nei rioni di Crenna-Cajello (l’iniziativa si rivolge, in effetti, ai cittadini di Gallarate) come rilevante per biodiversità, fra pianura urbanizzata e colline boschive. Il polmone verde, attraversato da numerosi sentieri, si precisa, è stato riscoperto in particolare dal lockdown in poi: in tanti hanno utilizzato i suoi percorsi per potersi muovere all’aria aperta, senza incorrere in rischi di contagio.
All’Amministrazione comunale si chiede di «… tutelare la conservazione ambientale nell’area di territorio cittadino adiacente alla Cascina Monte Diviso, valutando ipotesi di coordinare azioni di pulizia nei boschi eseguite da volontari».
«Non è possibile – ricorda Rita Morlino, prima sottoscrittrice della petizione - chiedere di investire risorse. Ma l’Amministrazione locale può svolgere un ruolo importante nel mobilitare le persone e portarle a conoscenza di un patrimonio da proteggere e nobilitare». Sì, perché, a dispetto delle potenzialità, l’Oasi dei fontanili è stata, nel tempo, bersagliata dal degrado. Soprattutto, è stata dall’abbandono abusivo di rifiuti (ce ne eravamo occupati in questo articolo). A macchia di leopardo, spuntano un po’ ovunque i rimasugli di gozzoviglie, sacchi di plastica colmi di immondizia, resti di mobilio, tubature, piastrelle, laterizi.
«Per rimediare – continua la promotrice della raccolta firme – occorrerebbe riunire intorno a un tavolo realtà come Parco del Ticino, Wwf, Legambiente, Lipu, Fai, oltre che le tre Amministrazioni interessate». Il sogno? «La realizzazione di un ecomuseo, incentrato su temi quali lo sfruttamento del bosco e il ruolo delle acque nel modellare il territorio. Prospettive interessanti non solo per le persone che amanao stare all’aria aperta, ma anche per le scuole».
Idea ambiziosa, soprattutto se si considerano alcuni scorci ormai tipici del luogo: anche visitando punti di interesse che si affacciano su habitat suggestivi e intatti (vedi foto in fondo all’articolo), come il punto di osservazione per l’avifauna, si convive con assi malandate, piccoli rifiuti, cartelli imbrattai con spray. Ma, evidentemente, c’è chi non si arrende e chiede di ripartire. Da un gesto semplice: una firma.