"Con le mani Ciao Ciao": l'attaccante novarese Maikol Benassi saluta la serie D ed, evidentemente, il Varese con uno striscione apparentemente ingegnoso e frutto di meticolosa preparazione issato al cielo dopo la vittoria del campionato e la promozione in serie C dei piemontesi. Il lenzuolo-feticcio, passato di mano in mano dalla tribuna del Piola ai giocatori in campo durante la festa di ieri, è stato poi fonte di numerosi selfie ricordo.
Quattro mesi dopo quell'1-0 di mano al Franco Ossola che decise lo scontro tra la prima e l'allora seconda in classifica, evidentemente Benassi - ben spalleggiato - ha deciso di elevare a simbolo del campionato e della stagione il suo "capolavoro" finora inconfessabile: chapeau.
Accadde la stessa cosa con Emanuele Pesoli, quando si presentò in serie B nel 2014 al Franco Ossola da ex difensore del Varese e, dopo aver battuto i biancorossi con il Carpi, fece il segno della "C" con le mani - ci risiamo - alla tribuna di Masnago, augurando la retrocessione alla sua ex squadra che sembrava destinata alla categoria inferiore. E che invece andò a salvarsi ai playout, mandando in serie C - ci risiamo - proprio il Novara. Scherzi del destino e di chi ci scherza.
Sarebbe forse bastato chiedere consiglio a Pesoli per evitare di sfidare il fato e correre il rischio di ritrovarsi il Varese tra i piedi, che poi sono quelli che contano, in serie C magari dopo i playoff e l'eventuale ripescaggio. Sarebbe, quest'ultimo, un vero colpo di mano della sorte.
Intanto la serie D, un campionato alla mano e in buone mani, riserva ai vincitori del campionato un meritato applauso: con le mani, ça va sans dire.