Dopo l’approvazione del regolamento del disability manager – illustrato in Consiglio comunale dall’assessore all’Inclusione sociale, la leghista Paola Reguzzoni – Fratelli d’Italia ha voluto puntualizzare tramite il presidente del circolo cittadino Massimiliano Nardi che sull’iniziativa «non c’è una titolarità di qualcuno, la titolarità è dell’amministrazione» (leggi qui).
La stessa sera, Matteo Sabba è intervenuto in aula per criticare «l’insufficiente promozione» del Baff, con il sindaco Antonelli pronto a «rispedire al mittente» le parole di Sabba (leggi qui). Una replica dello scambio di vedute già andato in scena in Consiglio a proposito di un incontro sui vaccini ai bambini (leggi qui).
Malumori “pericolosi” in maggioranza? L’assessore Reguzzoni, che è anche commissario cittadino della Lega, getta acqua sul fuoco.
Assessore Reguzzoni, Fratelli d’Italia ha voluto puntualizzare che il tema del disability manager è qualcosa di collegiale che riguarda tutta l’amministrazione…
«L’ho ripetuto almeno venti volte sia in commissione che in Consiglio».
Come assessore come ha trovato questa precisazione?
«Un rafforzativo di quello che avevo già detto e che è compreso nel regolamento, per cui va bene. Deve toccare tutta l’amministrazione, altrimenti non avrebbe scopo il disability manager. Nasce per quello».
Il passaggio della delega alle Pari opportunità dall’assessorato ai Servizi sociali a quello all’Istruzione (guidato da Daniela Cerana di Fratelli d’Italia, ndr) può creare qualche difficoltà?
«No, io ritengo che, come per tutte le cose, dopo un po’ di rodaggio questo consenta di arricchire gli argomenti, senza che si creino problemi. Lo si è visto ad esempio con la settimana dell’autismo. Non penso ci siano problemi né dal punto di vista di amministrazione comunale né dal punto di vista politico».
Ecco, dal punto di vista politico, al commissario della Lega chiediamo come sono i rapporti nella maggioranza?
«I rapporti sono costruttivi. C’è da dire che gli argomenti sono talmente tanti per cui a volte non abbiamo il tempo di creare una convergenza a 360 gradi, proprio perché abbiamo così tante cose da seguire, come il Pnrr, che perfezioniamo strada facendo. Però sono assolutamente positivi e costruttivi. Non c’è stata una riunione che non si sia chiusa con un accordo. Siccome ho qualche anno di esperienza, posso dire che non è usuale».
C’è un’armonia “non usuale”?
«Con tutte le differenze che ci contraddistinguono, perché altrimenti faremmo parte di un unico partito, c’è la volontà di chiudere, di convergere per concretizzare. E questa la trovo una cosa positiva. Ognuno dice la sua e poi c’è la voglia di chiudere, non di tenere in sospeso gli argomenti. Ripeto: come amministrazione comunale abbiamo un calendario molto fitto, e altrettanto come partiti politici e liste civiche, perché siamo di fronte alle regionali e alle politiche».
Gli interventi di Fratelli d’Italia e di Sabba non sono quindi segnali di qualche problema?
«No. È chiaro che, pur nella convergenza, emergono la personalità di chi ricopre il ruolo e le sue idee, anche in qualche modo un po’ discostanti dalla maggioranza. E questo secondo me è segno di salute della maggioranza stessa, che non è appiattita o fatta di persone senza idee. Questo è auspicabile, finché si rimane nel dibattito e nei suggerimenti di miglioramento. Una maggioranza piatta sarebbe negativa per Busto, perché vorrebbe dire che nessuno ha idee migliorative rispetto a quelle proposte dalle segreterie o dalla giunta e questo sarebbe impoverente per la città».