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Politica | 29 marzo 2022, 11:36

Lega Giovani Esteri e Chiesa Ortodossa di Milano in Ungheria ad aiutare i profughi ucraini

Una rappresentanza Esteri della Lega Giovani al confine ungherese con i giovani del partito Fidesz di Viktor Orban e la Chiesa Ortodossa di Milano, per aiutare i profughi ucraini

Davide Quadri, Segretario Internazionale Esteri della Lega Giovani

Davide Quadri, Segretario Internazionale Esteri della Lega Giovani

Da giovedì 24 marzo a lunedì 28, i rappresentanti degli Esteri della Lega Giovani e alcuni membri della Chiesa Ortodossa di Milano, si sono recati in Ungheria, al confine con l'Ucraina, insieme ad alcuni rappresentanti giovanili del partito Fidesz di Viktor Orban, tra cui l'On. Attila Tilki come rappresentante della zona di confine, per verificare di persona la situazione dei profughi ucraini e portare aiuti umanitari.

«Abbiamo ritenuto importante venire di persona – afferma Davide Quadri, Segretario Internazionale Esteri della Lega Giovani – per verificare la situazione in cui sono purtroppo costretti a vivere i profughi del conflitto in Ucraina e portare il nostro aiuto insieme agli amici ungheresi che tanto stanno facendo per accogliere donne, bambini e anziani».

Quadri evidenzia anche lo sforzo che paesi come l'Ungheria stanno facendo: «I cittadini ungheresi e il Governo ungherese stanno dando una grande prova di solidarietà nei confronti dei loro vicini ucraini; così come anche i polacchi. La situazione non è facile e la pressione delle ondate di profughi si sente ma è gestita in maniera efficiente e con grande umanità da parte delle Istituzioni e del Governo ungheresi. Ci auguriamo che la crisi si risolva in modo diplomatico nel più breve tempo possibile e permettere a queste persone di poter tornare nella loro terra».

Conclude Quadri: «La crisi dei profughi è molto più pesante in questi Paesi che confinano con l'Ucraina, rispetto a quello che altri Paesi come l'Italia stanno vivendo. Questo lo abbiamo potuto vedere con i nostri occhi visitando le stazioni di transito profughi, come quella di Zahony o di alcuni centri dove soggiornano per brevissimo tempo, come quello di Barabas o lo stadio BOK di Budapest.

Credo sia necessario che gli Stati occidentali (Usa e Ue in primis), insieme ai loro leader, intraprendano più convintamente la via del dialogo e della diplomazia, in modo che si possa ridare una casa e una dignità a queste persone».

Redazione


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