Clima collaborativo in Commissione ma posizioni diverse, in Consiglio comunale, su alcuni punti ritenuti essenziali: le modifiche al Regolamento Asili Nido comunali di Gallarate sono state approvate, ieri, dall’assemblea civica, con voto favorevole della maggioranza, le astensioni di Massimo Gnocchi (Progetto comune) e Sonia Serati (Più Gallarate), il voto contrario delle altre minoranze (Partito Democratico, Città è vita, Margherita Silvestrini sindaco).
Il proficuo lavoro della Commissione è stato riconosciuto da tutti, così come la ricezione di proposte e correzioni avanzate anche dai rappresentanti delle opposizioni. Un dubbio riguardante lo sconto del 30 per cento da assegnare all’ingresso di un secondo figlio è stato risolto a Consiglio in corso (seppure non più presente nel “Regolamento nidi”, resta contemplato in quello delle tariffe). Altre incertezze, superate, hanno riguardato l'Isee: qualora la situazione economica di una famiglia dovesse mutare (evidentemente in peggio), resta possibile depositare l’Isee corrente, ha chiarito l’assessore all’Istruzione, Claudia Mazzetti, così da aggiornare tariffe ed esborsi delle famiglie.
Dunque, da dove le posizioni diversificate sul testo? Così Germano Dall’Igna, Fratelli d’Italia, dopo i ringraziamenti ad assessore e tecnici: «Il vecchio regolamento, del 2012, andava rivisto. Si è cercato di snellire soprattutto le procedure relative a graduatorie e iscrizioni. Si è chiesto come mai sia stata tolta la tabella qualità. La dottoressa Solinas (dirigente comunale, Ndr) ha spiegato che il regolamento non è la sede adatta in cui pubblicarla, deve essere inserito nel documento di performance». A margine del Consiglio, l’assessore Mazzetti ha sottolineato come «…si siano aggiornate le casistiche. Fino a oggi, alcuni genitori hanno faticato a riconoscersi nelle tabelle previste dal vecchio regolamento. Si sono eliminate categorie ormai inutili e se ne sono aggiunte altre che consentono di procedere con l’iter più speditamente. Non lo abbiamo fatto a caso, ma partendo dall’esperienza sul campo, dall’esperienza degli uffici».
Massimo Gnocchi (Obiettivo comune) ha rilevato come vengano fornite indicazioni alle famiglie «…per fasce orarie, non per asilo». «Ma le fasce orarie, non uguali dappertutto, sono un elemento importante per le decisioni delle famiglie» sottolinea l’assessore. Sonia Serati, (più Gallarate-Gente di Gallarate) plaude all’inserimento nelle casistiche del genitore/studente e dei genitori separati o divorziati, mentre giudica negativamente «…la nomina della capogruppo (figura referente e coordinante del team degli educatori) che ora avverrà dall’ufficio del Comune. Prima era una scelta effettuata dagli educatori e si è mostrata sempre efficiente ed efficace».
Centrosinistra. Cesare Coppe, Città è vita: «Le scelte sembrano giuslavoriste e logistiche più che indirizzate verso le famiglie, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione».
Partito Democratico, con Giovanni Pignataro («…l’impostazione migliora la possibilità di programmazione per gli uffici ma aumenta la rigidità per le famiglie») e Luca Carabelli che, al netto di alcuni chiarimenti sul suo intervento arrivati in corso d’opera, ha sottolineato alcune cancellazioni, quali: «…i genitori e gli operatori sono chiamati a partecipare attivamente alla programmazione cittadina dei servizi dei nidi d’infanzia…». Ancora Crabelli: «…le famiglie non possono più “partecipare alla definizione delle linee di indirizzo educative” ma soltanto valutare gli standard qualitativi […] Il comitato di indirizzo dell’asilo non può più “formulare proposte per la definizione del calendario didattico e dell’orario di frequenza entro il primo trimestre dell’anno solare” […]» Ulteriore “taglio” a «”I genitori possono rivolgersi all’asilo nido più vicino alla propria residenza anagrafica o di lavoro per prendere visione del servizio e, una volta effettuata l’iscrizione, per definire con il personale le modalità di inserimento e ambientamento”». Quasi lapidario il consigliere Michele Bisaccia (Margerita Silvestrini sindaco): «Le modifiche favoriscono il servizio, non le famiglie che devono usufruirne».
All’applicazione del regolamento l’ardua sentenza.