Un negozio può essere una casa, una piazza, addirittura un quartiere. Oppure un luogo dove raccontarsi, chiedere consigli, cambiare pelle in vista di una nuova vita. Soprattutto se il negozio ha quasi settant’anni ed è ben radicato in viale Borri 110, di fronte alla chiesa dei Frati Cappuccini, con le vetrine piene di colori e di idee.
L’Abbigliamento da Carmela è un’istituzione, gestione familiare e contatto diretto con il cliente, che arriva e si sente protetto, seguito e consigliato, dalla mutanda al cappotto, grazie alle attenzioni di Luana Aimar, la proprietaria, e di Claudia Belloni, la commessa biondissima che appare nella pagina Facebook come modella in fotografie e divertenti video promozionali.
Luana è la terza generazione al bancone, dopo mamma Carmela, maestro del commercio, come dichiarano gli attestati appesi in negozio, per «aver magistralmente operato nel settore commerciale per più di cinquanta anni», e nonna Giuseppina, fondatrice dell’attività nel primo dopoguerra.
«La nonna non la gestì per molto, si ammalò, e così mamma, che aveva 15 anni, si trovò a dover lasciare l’apprendistato da Angelucci per mandare avanti da sola il negozio, che allora era in via Varchi, a pochi metri da qui. In viale Borri erano tutti prati, accanto alla nostra bottega c’era quella degli zii Marcellini, fruttivendoli, che al pomeriggio portavano la merenda a mia mamma. A volte le cugine le davano una mano. È stata Carmela a dare una svolta al negozio, quando ci trasferimmo qui, nel palazzo costruito negli anni ’60, puntando con decisione sull’abbigliamento e tralasciando la parte di cartoleria e profumeria che caratterizzava la vecchia attività», spiega Luana Aimar, laurea in scienze naturali all’università dell’Insubria con specializzazione in paleontologia, e una grande passione per la speleologia e la fotografia in grotta.
«Nel palazzo vicino al negozio di via Varchi, abitava la famiglia di mio papà Enrico. Lui passava davanti alle vetrine di mia mamma e alla fine si conobbero, dopo di che decisero di acquistare lo spazio dove siamo oggi, in vendita allora per una cifra che sembrava esorbitante, dodici milioni di lire. Mio nonno si fece consigliare, e alla fine decise per il sì, perché la zona si stava sviluppando grazie al boom economico. Fece un mutuo decennale in banca che riuscirono a estinguere in un anno e mezzo».
Oggi Da Carmela offre abbigliamento per bambino e adulto, per uomo e donna, piccola merceria, intimo esterno, calze e corsetteria, e dal 1990 conta anche su un fornitissimo magazzino, grazie all’acquisto dell’appartamento al piano superiore.
«Mia mamma è stata in negozio fino agli 80 anni, con lei c’era la nostra commessa storica, Giancarla Bossi, arrivata da noi adolescente e rimasta per ben 42 anni. Io sono cresciuta con loro, sempre a contatto con i clienti, e porto avanti da sola l’attività da una dozzina d’anni. Dopo la laurea avevo lavorato per dieci anni come guida al Museo dei Fossili di Besano, oggi coltivo la passione per la speleologia, con il mio compagno sto fotografando il Büs del Remeron, a Campo dei Fiori».
Capita poi che i vecchi cassetti raccontino storie, così Luana ha ritrovato alcuni oggetti che nonna Giuseppina vendeva nel primo negozio e ne abbia fatto una vetrina, ottenendo grande successo in presenza e sulla pagina Facebook. Sono emersi quaderni degli anni ’50, fantastiche matite giganti bicolori rosse e blu della Faber che costavano 100 lire l’una, album da disegno e copri libri, e perfino la storica macchina per cucire della nonna.
«Lei era sarta, allora non si acquistavano gli abiti già pronti, ma il tessuto, poi c’era la confezione a mano su misura. Ho conservato anche qualche scampolo di quegli anni», dice Luana, mostrando cimeli incredibili, come l’Aqua Velva Ice blue Williams, un must degli anni ’60, dopobarba usato da legioni di papà, pubblicizzato su Carosello, assieme a Lectric shave, dal grande Carlo Dapporto.
Il negozio ha avuto un aumento di clienti durante e dopo la pandemia: «Siamo sempre rimasti aperti, tranne durante il lockdown, anche in zona rossa, come fornitori di generi di prima necessità. Ricevevamo i clienti anche su appuntamento, uno alla volta, e io facevo anche consegne a domicilio, perdendomi a volte nei meandri dei condomini. Dopo la crisi dovuta alle vendite online e all’apertura dei centri commerciali, oggi si assiste a un risveglio di interesse verso le piccole attività familiari, il cliente ha fiducia e si sente tutelato e seguito».
La premiata ditta Luana & Claudia poi, confeziona divertenti video promozionali per Facebook, con piccoli sketch che presentano i capi più originali, oltre a fotografie con Claudia modella che indossa dai top con banda di pizzo, a tutoni e pigiamoni, fino ai fuseaux e ai grembiuli.
«Ci divertiamo e siamo seguitissime, molti clienti vengono ad acquistare i capi che indosso nelle pubblicità. Prima di essere assunta Da Carmela grazie all’Enaip, ho lavorato in un altro negozio di abiti e fatto tirocinio in una azienda di tutt’altro genere. Qui mi trovo benissimo, mi sento in famiglia, ho sempre avuto una grande passione per la moda», dice Claudia Belloni, di Albizzate, diploma di perito aziendale come corrispondente di lingue estere e modella per Orio Center di Bergamo, tanto da finire con le fotografie sulle pagine della rivista Vanity Fair.
Prima di essere una delle strade più trafficate della città, viale Borri era quasi campagna, come testimoniano le fotografie d’epoca che Luana Aimar - cognome di lontana origine spagnola, poi francesizzato, ma il ceppo italiano è di Dronero, in Piemonte - custodisce nei famosi cassetti. E c’è spazio per un ultimo ricordo: «Proprio qui di fronte, negli anni ’50, c’era un laghetto d’acqua sorgiva, e i ragazzi facevano surf con le assi rubacchiate qua e là nei cantieri. In estate le acque si prosciugavano e lasciavano il posto a una balera montata in quattro e quattr’otto. Erano tempi ancora duri, e ci si divertiva con poco».