«I Comuni della fascia di frontiera, particolarmente quelli piccoli, devono ricevere le somme dei ristorni svizzeri in maniera regolare e proporzionale al numero dei frontalieri residenti, anche quando questo numero è inferiore alla soglia del 4%». Così Giuseppe Licata, sindaco di Lozza, anche lui tra i promotori dell’iniziativa cui hanno aderito 22 sindaci di frontiera, per ottenere la gestione diretta da parte dei Comuni dei ristorni dei lavoratori frontalieri della provincia di Varese.
Continua Licata: «I bilanci dei comuni non possono essere appesi alla lotteria dei ristorni! Tutti gli anni non sappiamo se queste risorse arriveranno, perché dipendenti dal superamento della soglia del 4% di lavoratori frontalieri residenti nel comune. Peraltro numero che non è dato conoscere ai sindaci. Questa incertezza impedisce ai Comuni di programmare in maniera ottimale le spese e gli investimenti per le proprie comunità e il territorio».
«Insieme ad altri sindaci abbiamo quindi chiesto – conclude Licata – che da subito i ristorni dei Comuni che non raggiungono il 4%, attualmente versati da Regione Lombardia nelle casse della Provincia di Varese, siano destinati dall’Ente provinciale ad opere da concordare annualmente con i Comuni territorialmente competenti, in relazione al numero dei frontalieri residenti. Ma l’obiettivo principale, da raggiungere entro due anni, è l’abolizione della soglia del 4%, come già avviene ad esempio in Piemonte».
Politica - 25 febbraio 2022, 08:58
Il sindaco di Lozza, Giuseppe Licata: «Basta con la lotteria dei ristorni»
Anche il primo cittadino di Lozza tra i promotori dell’iniziativa cui hanno aderito 22 sindaci di frontiera. L'obiettivo: ottenere la gestione diretta dei ristorni dei lavoratori frontalieri. «Con soglia al 4%, incertezza che impedisce di programmare»
Sindaco Giuseppe Licata
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