Varese - 16 febbraio 2022, 10:27

Evasione dai Miogni, interviene anche il Codacons: «Enorme problema di sovraffollamento, scriveremo al ministro»

Il presidente Marco Donzelli: «Strutture datate, con una popolazione carceraria sovrabbondante e un numero di guardie sottostimato. L'attuale complesso è stato dichiarato nel 2001 dismesso previa costruzione di un nuovo istituto, ma l'immobilismo è preoccupante»

Interviene il Codacons dopo l'evasione di due detenuti dal carcere dei Miogni di Varese (leggi QUI), attualmente ancora in fuga nonostante l'ampio di dispositivo di ricerche messe in campo dalle forze dell'ordine. C'è un «enorme problema di sovraffollamento, necessario garantire i diritti fondamentali ai detenuti. Chiediamo al ministero della Giustizia una netta presa di posizione sul tema» le parole dell'associazione, che sul tema ha diffuso un comunicato chiedendo interventi risolutivi. Ecco integralmente la nota del Codacons:

Cronaca Varese: la casa circondariale di Miogni, dichiarata dismessa nel 2001, che conta 130 anni sulle spalle, e che presenta al suo interno una novantina di detenuti, di cui 2 recentemente evasi, (per 53 posti regolamentari) e 57 guardie (dovrebbero essere almeno 10 di più) è il simbolo del sistema carcerario italiano.

Strutture datate, con una popolazione carceraria sovrabbondante ed oltre i limiti di legge, ed un numero di guardie carcerarie invece sottostimato, inferiore a quello che dovrebbe essere.

«Pensiamo solo che l'edificio risale al 1893, e che solo nel 2017 i bagni delle camere del piano terra sono stati dotati di acqua calda e docce, mentre l'attuale complesso è stato dichiarato nel 2001 dismesso previa costruzione di un nuovo istituto - afferma il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli - un problema diventato di enorme attualità nel nostro Paese. 

Un immobilismo sul fronte giustizia preoccupante, perché uno Stato civile deve riuscire a garantire i diritti fondamentali della persone incarcerate, permettendo allo Stato di svolgere quella funzione rieducativa e di risocializzazione della pena prevista dalla nostra Costituzione.

Scriveremo al Ministero della Giustizia chiedendo seri interventi su tale fronte e domandando quali siano i reali progetti di ammodernamento e ristrutturazione delle carceri italiane».

Redazione