Chi perde le elezioni, di solito, prende appunti e cambia registro per provare a vincere la volta successiva. Eppure, esattamente come era accaduto nel 2016, non si hanno segnali di cambiamento (se perdi, cambi; se perdi due volte di fila, lo fai ancor più nettamente velocemente), ma neppure di una reazione d'orgoglio da parte di quel centrodestra maggioritario a Varese soltanto nella fantasia. E, se anche lo fosse nella realtà, alla fine per vincere le partite bisogna contare i gol fatti nella porta avversaria, oltre che i voti: e, da questo punto di vista, per ora non c'è partita.
Dal giorno in cui Galimberti è tornato sindaco, le uniche notizie ufficiali del centrodestra, a parte qualche intervento di Matteo Bianchi o di qualche isolato collega soprattutto sulla questione sicurezza - solo contro tutti, un film già visto. Ma nemmeno Coppi vinceva da solo - sono relative a "beghe", con tutto il rispetto, su commissariamenti, richieste interne di chiarimenti, battaglie sulle presidenze delle commissioni comunali, ipotesi di ritiro sull'Aventino, tra veti e tradimenti ventilati agli alleati (ti-sei-accordato-con-la-maggioranza, no-a-farlo-sei-stato-tu). Quisquilie d'interesse pari a zero per l'opinione pubblica e i cittadini. Come se la minoranza o parte di essa lavorasse, apertamente o meno, a favore della maggioranza.
A volte, si ha addirittura l'impressione per cui siano i varesini a dover rappresentarsi od organizzarsi da soli, se devono far arrivare in Comune la loro voce critica nei confronti di qualche decisione dell'Amministrazione. Come se non esistesse un'opposizione o una minoranza capace di rappresentarli e - se serve - picchiare i pugni sul tavolo, se non quella dei social, che però capita si delegittimi da sola scadendo nel turpiloquio e nell'insulto.
Non ricordiamo, dal giorno delle elezioni, una sola volta in cui il sindaco o i rappresentanti della maggioranza siano stati costretti a rispondere nel concreto a un'opposizione che non sia quella relativa a commissioni, presidenze o apparati comunque legati alla vita dell'attività amministrativa.
Eppure dalla vittoria di Galimberti - che sembra agire indisturbato sul piano della strategia politica, dialogando e trattando, davanti o dietro le quinte, con l'opposizione più di quanto l'opposizione riesca a fare con se stessa - di mesi ne sono passati tre, anche se tutto, per il centrodestra, sembra fermo al 2016 e, di questo passo, lo sarà fino al 2026.
Politica - 26 gennaio 2022, 14:23
L'OPINIONE. Ma a Varese esistono ancora l'opposizione e il centrodestra?
Chi perde le elezioni, di solito, prende appunti e cambia registro: eppure nel centrodestra tutto sembra fermo al 2016, e di questo passo lo sarà fino al 2026. Dal giorno del bis di Galimberti nell'opposizione, che a volte sembra lavorare per la maggioranza, si parla solo di veti, commissariamenti o commissioni, a parte qualche intervento solitario di Matteo Bianchi
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