Una vita sempre più indipendente: è quella che si sta cercando concretamente di costruire per e con i ragazzi disabili a Busto Arsizio. È un impegno concreto al centro della Giornata nazionale delle persone con disabilità che ricorre oggi.
Il presidente dell'Anffas di Busto Igino Portatadino gli attribuisce estrema importanza ed è del resto incarnato nella nuova ala inaugurata poco più di due mesi fa in via Piombina (LEGGI QUI). «Quando si è realizzata la parte nuova nel progetto di Piero Magistrelli - ricorda - c'era quest'esigenza, anche dell'autorappresentanza delle persone con disabilità». Dà una risposta ai bisogni delle famiglie e dei loro cari che possono formarsi, trovare un'occupazione e imparare anche a vivere in maniera autonoma.
«Permettere loro di realizzare ciò che vogliono, secondo i loro tempi» rimarca Portatadino. Perché ciascuno ha il proprio talento, come il diritto di esprimerlo.
Per questa ragione il tema a cui è stata dedicata la Giornata di quest’anno è proprio “Leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post-COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile”. Si proietta - è stato spiegato - in avanti, verso un futuro post-pandemico resiliente ma allo stesso tempo inclusivo, accessibile e sostenibile, a conferma dell’importanza di garantire a tutte le persone con disabilità il pieno diritto a partecipare alla vita comunitaria, ad autodeterminarsi ed autoaffermarsi come anche sancito dalla stessa Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
I principi di autodeterminazione e autorappresentanza sono così requisiti indispensabili per assicurare a queste persone di poter contribuire attivamente al perseguimento degli obiettivi previsti nell’ambito dell’Agenda 2030. Non lasciare nessuno indietro, è l'invito.
Bisognerebbe aumentare l'accessibilità e abbattere le barriere legali, sociali, economiche e di altro tipo con il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative, è il monito espresso a chiare lettere. L'analisi: «Si tratta di un impegno, ahimè, fino ad oggi disatteso - dice il presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale - È sufficiente soffermarsi ad analizzare quanto accaduto in Italia, così come nel resto del mondo, durante la pandemia Covid-19, a partire dal completo abbandono delle persone con disabilità nel primo lockdown all’esclusione delle stesse all’interno delle categorie prioritarie della campagna vaccinale; constateremo, difatti, che sono state le persone più fragili, qui comprese le persone con disabilità intellettive e i loro familiari, ad aver risentito maggiormente dell’impatto dell’emergenza. Abbandonate a loro stesse, sono state trattate alla stregua, come più volte denunciato proprio da Anffas, di cittadini di serie B».
Adesso servono i fatti. Da parte di tutti.