Bancarelle artigianali, golosità e momenti musicali con una finalità che riempie il cuore: domenica 5 dicembre a partire dalle 9 Casbeno diventa l'anima della Varese più bella grazie al tradizionale mercatino il cui ricavato andrà ad associazioni come Casa Matteo che, nel nome di Matteo Pasquetto, il ragazzo varesino scomparso in un incidente in montagna nell'agosto 2020 mentre stava completando il corso di guida alpina, aiuta i giovani di Varese a scoprire il proprio talento e a trasformarlo in una professione, o come il Gruppo Missionario di Casbeno, la Caritas parrocchiale, le suore di San Camillo in Thailandia e tante altre.
«Con le dovute distanze vi aspettiamo numerosi - dice Roberta Bassani, in rappresentanza della parrocchia di Casbeno organizzatrice dei mercatini - la gente ha voglia di trovarsi e stare assieme. Il mercatino ha luogo da 18 anni attorno alla parrocchia con una finalità benefica: a Natale sensibilizziamo le persone che lavorano e gli hobbisti ad avere uno sguardo verso i fragili e gli ultimi».
Gli hobbisti presentano prodotti fatti a mano, frutto della loro creatività: dalla pasta di sale al cucito creativo. «All'interno del mercatino ospitiamo associazioni a cui avvicinarsi e dare un sostegno concreto - aggiunge Roberta - ci saranno anche stand e possibilità gastronomiche per tutti i gusti, dai piccini ai più grandi.
Valter Pasquetto è il papà di Matteo e, con mamma Marina, rappresenta il comitato Casa Matteo Varese che sarà presente al Natale di Casbeno: «Mio figlio stava completando il corso di guida alpina sulle Grandes Jorasses (Monte Bianco) prima dell'incidente che ce l'ha portato via. Non abbiamo fatto cadere la riconoscenza degli amici e la sua grande forza e la passione per la montagna, aprendo un comitato per aiutare i giovani a scoprire i loro talenti e, magari, farne una professione. Tra le nostre attività c'è Happines all'oratorio San Vittore: l'obiettivo è lasciare liberi i giovani di fare ciò che hanno nelle corde. Un'altra è quella di sostenere l'orchestra Canova fatta di giovani musicisti alla ricerca di una postazione dove svolgere la loro stagione teatrale. Terranno un concerto il 18 dicembre nella chiesetta della Motta. Ci servirebbero aiuti nati dalla solidarietà e dal cuore di tutti. Vi aspettiamo domenica a Casbeno».
Così come aspettano tutti anche Domenico Corati, rappresentante della Caritas parrocchiale («Aiutiamo le persone a uscire dalla povertà, trovando sbocchi lavorativi») e Marina Rusconi del Gruppo Missionario di Casbeno, presente in parrocchia da 30 anni: «Ci sono bimbi di Africa, India e America Latina da sostenere, perché "nessuno si salva da solo", ma anche situazioni in città a cui siamo vicini. Raccogliamo vestiti e quelle che per noi possono sembrare "sciocchezze", da occhiali usati e vecchie lenti o tappi di plastica che finiscono a una cooperativa di disabili che poi li rimette sul mercato, dopo averli lavorati, come plastica raffinata. Cerchiamo di allargare l'onda provocata dal sasso gettato nell'acqua. Ci servirebbero nuove persone e giovani al nostro fianco».
Anche monsignor Luigi Panighetti ha voluto inviare un saluto e un messaggio particolare agli organizzatori, che hanno pensato anche a due momenti musicali in chiesa e che ci tengono a ringraziare la scuola dell'Infanzia Divina Provvidenza, la primaria Carducci (che metterà a disposizione dei visitatori anche il mitico "carduccino", un liquore a baso di uovo), Casa Medie, Ewe Mama onlus, Polha Varese, Sos Malnate Junior, UICI onlus APS e l'istituto Maria Ausiliatrice.
«L'introito del mercatino, tolte le spese vive, andrà a Casa Lorenzo, in Thailandia, dove ci sono le suore di San Camillo che accolgono una trentina di bambini orfani affetti da Aids o sieropositivi e li accudiscono nella crescita» aggiunge ancora Roberta Bassani.
«Vi ringrazio - conclude Rossella Dimaggio, assessore ai Servizi educativi - a volte nel mio ruolo affronto delle giornate dove i problemi sembrano prendere il sopravvento, poi arrivano appuntamenti come questo pieni di significati. Anche grazie a voi scopriamo quanto la città di Varese sia viva, solidale e piena di intrecci molto più di quello che ci si possa aspettare».
















