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Busto Arsizio | 23 ottobre 2021, 15:00

Fratelli d'Italia: «Ancora in piazza, per ascoltare Busto. E pronti a guidare la città con una coalizione unita»

Il presidente Massimiliano Nardi e gli esponenti del circolo sono tornati con i gazebo in centro: «Soddisfatti del risultato e delle deleghe, abbiamo un cassetto pieno di idee. L'ospedale unico c'è già, quello che verrà sarà nuovo e non si può dire no a prescindere per paura. I No Green pass hanno diritto di manifestare, non certo di scrivere sui muri. Ascolteremo l'opposizione»

Fratelli d'Italia con il gazebo in piazza oggi

Fratelli d'Italia con il gazebo in piazza oggi

In piazza, come nella campagna elettorale: «Perché non smettiamo di stare tra la gente, ascoltare. La piazza, non ce la toglieranno mai». Così assicura Massimiliano Nardi, presidente del Circolo Fratelli d’Italia a Busto. Che oltre al sindaco (Emanuele Antonelli, pur avendo una sua lista civica, è un iscritto) avrà l’assessora alle Politiche educative Daniela Cinzia Cerana (Istruzione pubblica e privata, strutture scolastiche, alternanza scuola/lavoro, corsi di specializzazione, giovani, pari opportunità). 

La quadra trovata in tempi rapidi e indolori: è proprio così? 

Sì, l’abbiamo trovata velocemente. Piccoli particolari si sono protratti di più, ma erano virgole in un discorso complesso. 

A volte, però, le virgole non spostano il peso delle cose? 

Sì, ma ci sono anche i tempi per decidere dove mettere la virgola in modo corretto. C’è stato un confronto e tutti sono stati disponibili a comprendere le ragioni dell’altro. Poi è il primo passo, l’inizio, ma positivo. Anche le discussioni, le frizioni hanno preceduto la campagna elettorale, in seguito si è lavorato tranquillamente, ognuno con la sua identità e le sue modalità. La coalizione del centrodestra è unita in questa fase. La scelta delle persone dà una prospettiva positiva per lavorare. La richiesta di tutti, a partire da me in modo particolare, è trasversalità e collaborazione. Ascoltare la coalizione ovviamente, ma anche l’opposizione: è una questione di intelligenza. Se la proposta è positiva, va valutata in maniera super partes. Quando il Pd presentò la mozione sull’aiuto delle mamme straniere a imparare l’italiano, io dissi che era giusto. Non accettai invece il discorso del cambio della nostra cultura. 

Il sindaco Antonelli ha subito annunciato di voler portare avanti il nuovo ospedale: questo è un tema che divide, non vi preoccupa? 

Preoccupare no. È un tema importante, che va affrontato nella giusta maniera. L’unico aspetto che deve generare maggiore attenzione, è quello gestionale. In realtà esiste già l’ospedale unico. Questo sarà un nuovo ospedale, una struttura che dev’essere all’avanguardia, in una posizione intermedia tra le due città, e dà maggiori prospettive a livello tecnico. Investire sull’attuale struttura, già vecchia, non conviene. Il punto critico, ribadisco, è la gestione. Un po’ come accaduto con Accam e la nuova società: bisogna pensare a gestire al meglio. Dire no a prescindere per la paura di non poter gestire determinate cose vuol dire limitarsi. Il Comune di Busto e la coalizione di centrodestra che guida la città, vogliono una cosa fatta bene, anche con i servizi collaterali. Poi è ovvio che dobbiamo ascoltare le criticità. La maggior parte dei commenti negativi che leggo sui social è di gente che non sa neanche di cosa parla: le discussioni da bar si sono trasferite sulle tastiere dei computer. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma questa è un’opportunità importante.

Veniamo a voi: il vostro partito è davvero soddisfatto del traguardo raggiunto?

Siamo soddisfatti del risultato, sì. Abbiamo già fatto l’analisi del voto dopo le elezioni, potevamo avere di più, ma anche di meno. È un risultato storico, entriamo in consiglio con tre consiglieri e abbiamo un assessorato, con deleghe volute su temi che avevamo a cuore anche in campagna elettorale, ma non abbiamo voluto rischiare di dare l'impressione di sfruttarli, soprattutto le pari opportunità. La politica giovanile era una proposta nostra: non si poteva fare un singolo assessorato, va benissimo la delega. Puntiamo molto su di essa, perché è il futuro della città. Abbiamo già un cassetto pieno di idee e la volontà di creare tavoli di lavoro. Per noi è una grossa sfida, perché fa parte del nostro Dna.  Noi oggi siamo in piazza, anche se la campagna è finita, perché è la nostra casa.

Quindi sarà un vostro metodo di lavoro?

Certo ci andiamo, perché ci siamo: se un cittadino ha bisogno di parlare, noi offriamo uno "sportello" in piazza. Poi ci sono anche temi nazionali e ci andiamo per trasmettere le nostre idee e ascoltare la gente.

In piazza avete trovato e troverete anche i No Green pass…

Premetto, io sono per il vaccino, ma devo rispettare chi la pensa diversamente. La questione del Green pass è stata gestita malissimo. Non abbiamo niente contro chi manifesta contestando il Green pass. Se vuoi manifestare avanti: tolgo anche il mio gazebo per darti più spazio. Se però scrivi sui muri o fai altri gesti del genere, non ci sto. Non sono tutti, magari è qualche infiltrato. Ma bisogna rispettare le regole. 

Torniamo a voi. Fatta la giunta, bisogna fare le aziende partecipate...

Attenzione, lì c'è tutto un percorso legale di assegnazione: consegna del curriculum  e poi valutazione del sindaco. Noi possiamo aver indicato un percorso, certo.

Desiderata e inclinazioni? 

Ci sono. Una quadra c'è, ma appunto con un iter trasparente di assegnazione.

Lei rimarrà presidente, anche dopo che sua moglie è stata nominata assessora?

Sì, è una fase in cui serve una stabilità, lo stesso Circolo lo chiede. Dobbiamo imbastire le cose. Poi andremo a breve a riformulare il direttivo: non vuol dire stravolgere, ma rivedere. Lo faremo penso nel mese di novembre.

All’opposizione a livello nazionale, al governo in città, con un sindaco vostro. Non vi preoccupa dover appunto governare? 

Da un punto di vista politico siamo all’opposizione e io sono contentissimo, perché non avremmo mai governato con 5 Stelle e Pd. Poi ognuno è libero di fare la sua scelta. Il centrodestra c’è, ognuno ha la sua figura, la sua modalità, la sua appartenenza. In ambito amministrativo non credo porti delle problematiche: se dovesse accadere, verranno valutate. Certo che se si rompe a livello nazionale, può diventare un problema di riflesso. Ma al momento non vedo questa criticità. Siamo una coalizione, non un partito unico: è la garanzia di una maggiore democraticità a livello di governance locale.

Marilena Lualdi

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