Tre domande ciascuno e tre minuti per rispondere. Si è svolto questa sera al Circolo di Capolago il primo confronto a sette per i candidati alla carica di sindaco di Varese. Tutti presenti, in ordine alfabetico: Matteo Bianchi, Caterina Cazzato, Carlo Alberto Coletto, Davide Galimberti, Pitto Pitarresi, Francesco Tomasella e Daniele Zanzi, sono stati intervistati dal direttore di Rete 55, Matteo Inzaghi.
La prima domanda a cui hanno dovuto rispondere è quella sul Pnrr e su come spenderebbero la parte dei 250 milioni di euro destinata a Varese. Per Matteo Bianchi, prima di calarsi nelle singole voci di spesa, «occorre avere visione per la città di Varese che per noi ha sostanzialmente due gambe vocazionali legate all’accessibilità e all’imprenditoria e quindi investiremmo nel turismo, nela viabilità e in un effficentamento della burocrazia, cominciando col centrializzare in un unico edificio gli uffici comunali». Per Caterina Cazzato «le associazioni e la cittadinanza sono i primi interlocutori con cui costruire una progettualità per il Pnrr». Per Carlo Alberto Coletto «i servizi socio sanitari, il turismo, la cultura e lo sport sono gli ambiti in cui intervenite». Per Davide Galimberti è tutto già scritto in quanto il piano per Varese è già stato presentato (leggi QUI). Pitto Pitarresi investirebbe le risorse per dare una risposta ai problemi viabilistici della città. Per Francesco Tomasella i fondi «dovrebbero essere usati per rilanciare la vita in città e quindi destinati ai buss e alle associazioni culturali». Daniele Zanzi dainvece come non andranno spesi: «non vanno sprecati e impiegati a pioggia. Ci vuole una visione per questa città che non è più città del turismo, nè del commercio, ma l'ambiente è la nostra vera ricchezza che non sono parchi e giardini ma tutto l'oro verde».
Il secondo confronto è stato sui quartieri e ancora Daniele Zanzi ha insistito «sulla valorizzazione dell’identità che ogni castellanza e rione di Varese possiede: non devono essere omologati, con gli stessi negozi e gli stessi servizi e soprattutto non si può pensare di dotarli di parcheggi o di marciapiedi ricorrendo agli oneri di urbanizzazione che danno origine a scempi urbanistici sul territorio». Per Francesco Tomasella vale quanto detto per il Pnrr e «i quartieri devono essere serviti in egual misura e poi saranno i cittadini ad autodeterminare le loro necessità che il politico deve saper ascoltarle». Pippo Pitarresi, che da impiegato Aspem ha girato i rioni in lungo e in largo, vorrebbero che fossero implementati i servizi alla persona. Davide Galimberti ha già investito molto nei quartieri in questi 5 anni «in termini di sicurezza dei pedoni e illuminazione e quindi punta sui consigli di quartiere e sul processo partecipativo per cui sono stati creati: «saranno loro a disegnare i rioni». Anche per . Caterina Cazzato l’ascolto dei consigli di quartiere è fondamentale per comprendere le reali esigenze dei residenti «sul modelli però dei 15 minuti, ossia che in ogni rione devono essere presenti tutti i servizi». Matteo Bianchi punta alle squadre anti degrado e ad un ufficio dedicato ai rioni.
Terzo e ultimo giro su Capolago e le criticità che la Cooperativa ha segnalato: la mancanza di parcheggio, la scarsa manutenzione ordinaria, la poca sicurezza stradale e il potenziamento della banda larga. Alle istanze il sindaco uscente risponde che «Capolago è già migliorata negli ultimi cinque anni con l’illuminazione e il parcheggio della ciclabile. Nei prossimi cinque anni ne seguiranno altri». Zanzi si è battuto per far ridurre la velocità nel quartiere, ma è sulla manutenzione del verde che promette un impegno serio e costante. Pitarresi ironizza invece sulla spaccatura del rione: da un parte il disastro e dall’altra tutto funzionale.
Qui sotto la diretta completa sul confronto