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Busto Arsizio | 10 giugno 2021, 15:23

«Ospedale unico occasione clamorosa. Sarebbe l’opera principale del territorio dopo l’aeroporto»

«Un’opera titanica, un investimento da 500 milioni e un’occasione da non perdere». Questo il parere di Paolo Genoni, medico, capogruppo di Idee in Comune e presidente della commissione consiliare straordinaria Nuovo ospedale Busto Gallarate che si riunirà domani

Il dottor Paolo Genoni

Il dottor Paolo Genoni

«Abbiamo la possibilità di ottenere un investimento clamoroso da parte della Regione. La speranza è quella di realizzare un nuovo polo di eccellenza all’altezza degli ospedali rinnovati vicino a noi, come quelli di Legnano, Varese o Garbagnate».

Così Paolo Genoni, medico, capogruppo di Idee in Comune e presidente della commissione consiliare straordinaria Nuovo ospedale Busto Gallarate che si riunirà domani alle 18.30.

La commissione

A suo parere, stiamo parlando «dell’opera più importante che possa essere realizzata nel nostro territorio. A me piace pensare che dopo l’aeroporto della Malpensa, questa – come ricaduta e importanza sul territorio – sia l’opera principale. Basta pensare a tutto l’indotto, dall’università alla ricerca».

La commissione di domani sera sarà l’occasione per fare il punto. «Siamo arrivati alla definizione di quello che potrebbe essere l’accordo di programma tra Regione Lombardia e le amministrazioni di Busto e Gallarate per la realizzazione del nuovo ospedale – spiega Genoni – . C’è stato un incontro una quindicina di giorni fa con i responsabili della Regione che hanno ribadito la propria disponibilità alla realizzazione del progetto. Adesso le due amministrazioni devono dare risposta, aprendo un dibattito che non può riguardare soltanto la realizzazione importantissima della nuova struttura, ma che comprende un ragionamento più vasto e ampio sull’utilizzo dei due nosocomi esistenti che l’epidemia Covid ha dimostrato essere fondamentali anche in prospettiva di quelli che potranno essere i cambiamenti in merito alla sanità territoriale che si stanno programmando presso Regione Lombardia».

I contrari

«Non siamo in ritardo – sostiene il presidente della commissione –. Siamo stati rallentati dall’emergenza Covid, ma non è che per due anni ci siamo dimenticati della questione. Ora finalmente speriamo di arrivare alla conclusione di questo accordo di programma tra Regione e amministrazioni.
Io ci spero tanto. È chiaro che di fronte a un’opera titanica – stiamo parlando di un investimento di 500 milioni di euro – ci siano perplessità e persone contrarie.

A queste ultime, Genoni chiede di «andare a parlare innanzitutto con medici e operatori sanitari: tutti coloro che hanno già fatto questo passaggio (parlo dei grandi ospedali come Bergamo, Como, Varese, Legnano) non si sono pentiti. Questo credo abbia un significato.
Basta pensare alla storia dell’ospedale di Legnano, che all’inizio è stato osteggiato, anche perché di fatto l’hanno quasi costruito a Borsano: provate a chiedere ai cittadini di Legnano se sono scontenti. Qualcuno si trova sempre, ma la qualità del servizio è clamorosamente cambiata. Questo è un fatto».

Gli ospedale esistenti

«Il secondo aspetto è: abbiamo la possibilità di avere un investimento clamoroso da parte della Regione. Il nostro territorio veramente intende rinunciare a un investimento di 500 milioni di euro che potrebbe finire altrove? – si domanda il medico consigliere –. È chiaro che è un percorso che va governato, però perdere un’occasione del genere sarebbe clamoroso. E se la perdessimo, che destino avranno i nostri ospedali tra venti o quarant’anni?».

A proposito dei nosocomi esistenti, per Genoni «non esiste il pericolo di una dismissione. Il loro utilizzo totale o parziale sicuramente troverà risposta nelle nuove disposizioni. L’ospedale di Busto sicuramente non verrà chiuso, verrà riconvertito, almeno nella gran parte. Può essere che una parte diventi un parco per la città, ma tutto l’aspetto amministrativo rimarrà nell’attuale sede».

«È difficile – ammette Genoni –. Stiamo parlando probabilmente dell’opera più importante che possa essere realizzata nel territorio. Mi piace pensare che dopo l’aeroporto della Malpensa, questa -come ricaduta e importanza sul nostro territorio - sia l’opera principale. È chiaro che è un percorso che ha davanti degli anni per essere realizzato. Ma se non partiamo mai, non arriveremo mai».

Riccardo Canetta

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