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Calcio | 19 maggio 2021, 08:05

L'INTERVISTA. Turotti: «Una stagione vincente per la crescita dei tigrotti. Anche di quelli futuri»

Il ds della Pro Patria sul mercato: «Prima linee guida e budget, poi fra una quindicina di giorni vedremo, siamo una società seria e diciamo sempre la verità. Il mister? Ci conosce bene e se c'è la possibilità si continuerà insieme. La cosa più bella oltre al quinto posto? I ragazzini che stanno maturando un'identità biancoblù». Ancora incerto il ritiro. IL VIDEO

Sandro Turotti, direttore sportivo della Pro Patria

Sandro Turotti, direttore sportivo della Pro Patria

Un anno straordinario, e non è ancora finito. Non solo perché i tigrotti stanno vivendo gli ultimi allenamenti e sui campi si possono vedere anche tanti ragazzini che stanno costruendo il loro futuro biancoblù: lavori di identità in corso, segnalerebbe un ipotetico cartello. Un aspetto che potrebbe sfuggire agli occhi più distanti dallo Speroni, ma che il direttore sportivo della Pro Patria Sandro Turotti mette al centro come la stagione incredibile della prima squadra. E il mercato? Ci vorranno ancora un paio di settimane per avere un quadro maggiormente chiaro, e per più di una ragione: «Una quindicina di giorni ancora, siamo sempre stati seri e abbiamo sempre detto la verità. Così faremo ancora, non c'è fretta».

Direttore, un anno pazzesco, lo ripercorriamo?

È stato un campionato straordinario, si è concluso con il quinto posto e poi con la crescita di tanti giocatori, su una squadra più giovane degli anni passati, con l’obbligo di far giocare sempre cinque ragazzi dal primo gennaio 98. Questo in un anno difficilissimo, pesante. Abbiamo giocato due partite ogni volta, quella dell’esito dei tamponi e quella vera. Tanti problemi, l’apprensione, qualche esperienza familiare in questo contesto, ecco perché lo definiscono molto difficile quest’anno. Stancante, anche con tante partite vicine per come era strutturato il calendario. Ottenere questo risultato è stato importantissimo per una società come la nostra.

Intanto abbiamo visto anche fino alla primavera movimenti e ingressi interessanti.

Sì, è chiaro che ci siamo mossi in maniera diversa. A gennaio abbiamo inserito Vaghi e qualche infortunio complice, a marzo un ragazzo che conoscevamo come Masetti, poteva esserci utile e così è stato. Uno sforzo in più da parte della società.

Adesso tutti gli sguardi si puntano sui tigrotti e i loro movimenti futuri. Capitolo uno, i prestiti?

I prestiti tornano alle case madri come da regolamento. Se per alcuni di questi ragazzi c’è la possibilità di trattenerli qui, vedremo. Non è nell’immediato. Nicco è un prestito con diritto di riscatto dovremo decidere a fine giugno. Ma la cosa più importante è che c’è la realtà: bisogna chiudere questa stagione, molto pesante sotto l’aspetto economico e occorre fare il budget per la prossima. Non dimenticando che c’è questa epidemia in corso. Insomma, se dobbiamo fare un altro anno con tutti questi tamponi… l’anno scorso all’inizio stagione non pensavamo di andare  avanti così per tanto tempo con questi protocolli.

Anche per il ritiro non c’è ancora una decisione?

No, non c’è ancora nulla. Se non sappiamo quali sono i protocolli, non sappiamo come muoverci. In questo momento pensiamo a cosa fare l’anno prossimo. Siamo diventati una società credibile e l’obiettivo è continuare a esserlo. Servono i passi giusti, perciò prima di qualsiasi operazione bisognerà delineare con il presidente Patrizia Testa le linee guida.

In un’azienda seria si agisce così, insomma?

Infatti. Abbiamo richieste di categorie superiori dopo tantissimi anni, anche queste operazioni si vedranno. Prima bisogna impostare l’assetto della stagione seguente.

Il mister?

Ci siamo chiaramente parlati. Ci conosce talmente bene... Sa come è la Pro Patria. Se sarà fra dieci, quindici giorni… se c’è la possibilità, si continuerà insieme.  Se ha altre possibilità o farà altre valutazioni, ci muoveremo di conseguenza. Non c’è da parte di nessuno un doverci trovare per parlarci, ci conosciamo troppo bene, ripeto. È normale che abbia richieste ed è frutto di questo campionato come degli anni precedenti.

I tempi, direttore?

Facciamo finire questo mese, il mese prossimo inizieremo. Non c’è fretta. Mancano ancora le linee guida sulla prossima stagione, se si dovrà lavorare per una riforma dei campionati. Pensiamo a finire questa stagione nel migliore dei modi, poi iscriviamo la squadra e partiremo.

Però questo è il tempo giusto per una cosa: per parlare e mettersi al fianco della Pro. Aziende, stakeholder…

Sicuramente. Non voglio lanciare appelli, che è un po’ da anni Ottanta. Però in questi anni la Pro Patria ha dato dimostrazione di fare le cose seriamente e le aziende hanno visto tutto questo. Mi auguro che ci sia più di una persona che non dico entri in società, ma possa  fare una sponsorizzazione. E ringrazio chi l’ha già fatto.

Anche i tifosi, per il loro sostegno spirituale e anche concreto? 

Li abbiamo sentiti tanto, dagli ultras a tutte quelle persone che seguono e hanno a cuore la loro Pro Patria. Hanno sofferto perché non potevano essere allo stadio, ma mi auguro anche gioito. Qualcuno non ha neanche richiesto l’abbonamento dell’anno prima, gesto importante come l’aver aderito alle nostre iniziative. È un anno difficile per tutti dal punto di vista economico.

C’è un momento più emozionante in questa stagione, a cui ripensa di più?

Come ho detto ai ragazzi, sono 27 anni che faccio questa professione. Ho vinto qualche campionato, ho fatto playoff e anche playout. Per me questa stagione è tra le più belle, per le difficoltà dall’inizio alla fine. Da quando l’anno scorso non c’era calciomercato e io facevo le camminate in montagna, perché mi rilasso la fatica e  mi piace…  Rifletti, ragioni, ti confronti con il mister per la costruzione di questa squadra con mille interrogativi ed è arrivato un risultato importante. Non c’è un momento, ma tutta la crescita e ringrazio per questa splendida stagione.

Soddisfazione nelle soddisfazioni, i giovani: anche i più giovani, che spettacolo vederli fiorire sui campi di allenamento, no?

Io ricordo che dicevano che bisogna far giocare i ragazzi del territorio. Ecco, piano piano stiamo crescendo e si sta creando un gruppo di ragazzi del settore giovani cresciuti con la Pro. Un valore aggiunto, che dà un’identità molto forte.  E poi mi lasci dire che quando una squadra come la nostra ottiene risultati simili, è perché funziona tutta la macchina, dal presidente al magazziniere. Tutti sono stati bravi. Per il  presidente, poi,  l’ho detto all’inizio del campionato. I presidenti sono stati i top player. Si è fatto un budget su quello che era sempre stato, poi sono stati fatti altri cambiamenti, si è incassato di meno… Merita un applauso perché oltre alla passione ci mette veramente tanto. 

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Marilena Lualdi


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