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Ciclismo | 13 maggio 2021, 21:30

VIDEO. Basso: «Oggi è un giorno Fortunato ma anche doloroso». Albanese: «A caccia della fuga giusta»

In casa Eolo-Kometa sesta tappa caratterizzata dal ritiro di Belletti e dal finale da protagonista di Fortunato. Basso: «Aspettiamo Manuel mentre per Daniele può essere la giornata che cambia la carriera»

Lorenzo Fortunato, 25 anni, taglia il traguardo di Ascoli dopo una gara tra i migliori

Lorenzo Fortunato, 25 anni, taglia il traguardo di Ascoli dopo una gara tra i migliori

Sesta tappa con altra salita e puntuale maltempo sul Giro: per la Eolo-Kometa, come commenta Ivan Basso, giornata agrodolce quella che conduce ad Ascoli e vede la vittoria dello svizzero Mader e la rosa indossata per la prima volta da un ungherese (Attila Valter) mentre Filippo Ganna trascina il gruppo mandando alla deriva l'ex prim'attore friulano Alessandro De Marchi (leggi QUI la cronaca).

Il ritiro di Manuel Belletti, la maglia azzurra iniziale di Vincenzo Albanese, la prestazione di Lorenzo Fortunato (29° a 6'50"): «Tappa bella da vedere ma difficile da correre, con pioggia e temperature rigide - commenta Basso - abbiamo perso dopo pochi chilometri Manuel causa caduta (leggi QUI). Gli auguriamo di riprendersi presto... è un peccato perché ieri era entrato nella top ten».

«Ma siamo anche contenti - prosegue Ivan - perché oggi abbiamo avuto modo di conoscere Fortunato in cui credo molto: arriva da ottime stagioni giovanili e questa può essere la giornata che cambia la carriera perché quando pedali con i migliori, il Giro d'Italia ti sorride e premia il tuo coraggio e la tua determinazione».

«Abbiamo il dovere di provare tutti i giorni a vincere una tappa - dice ancora Basso - Nella mia testa ci sono delle tappe segnate in cui potremo lottare per provarci, ma per vincere dovremo avere il coraggio di anticipare i più forti del mondo e muoversi quando non se lo aspettano, oltre a resistere fino al traguardo. Ravasi? Soffre molto il freddo e finora ha trovato due giornate terribili con pioggia». 

Fortunato è arrivato dicendo "mancavano 3 chilometri e attorno a me c'erano Yates, c'era Nibali, c'era Bernal" mentre l'ungherese Marton Dina, quando ha saputo che uno dei suoi migliori amici, Attila Valter, con cui s'è allenato fin da bambino ha vinto la prima maglia rosa per l'Ungheria, era contento come se l'avesse presa lui. 

Commenta Basso: «Il ciclismo è anche questo ed è bello vedere il primo ungherese della storia vestire la maglia rosa. Marton è in questa squadra perché è un altruista e perché in questa squadra non ci sono egoisti, e se qualcuno pensasse di correre in modo solitario, qui durerebbe poco. Tutto questo fa parte dello spirito della Eolo-Kometa».

Ecco il video commento di giornata da casa Eolo-Kometa con Vincenzo Albanese.

A.C.

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