Territorio - 07 maggio 2021, 09:43

La nuova impresa in bicicletta del varesino Mario Favini è cominciata: 800 km in solitudine no stop

E' partita stamattina l'avventura dell'atleta di Sesto Calende e agente della polizia locale di Laveno Mombello nella Race Across Italy con i suoi 10 mila metri di dislivello: «Non so se ce la farò ad arrivare in fondo ma il mio sogno l'ho già realizzato, essere qui»

Mario Favini

E' partita questa mattina l'impresa ciclistica di Mario Favini, atleta di Sesto Calende e agente della polizia locale di Laveno Mombello, impegnato in una gara durissima come la Race Across Italy, una gara durissima no stop di 790 chilometri per 10 mila metri di dislivello che attraversa Abruzzo, Lazio, Molise per concludersi dov'è cominciata, ovvero a Pescara, passando dal Gran Sasso.

Una sfida sportiva contro sé stessi, da correre in solitaria, in competizione con 120 corridori provenienti da tutto il mondo e con le telecamere Rai a seguire questa gara di specialità ultracycling; una disciplina a cui Favini si è avvicinato recentemente, raggiungendo degli ottimi risultati nel 2020, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, con la partecipazione alla Ultra Cycling Dolomitica, con 11 passi da scalare, il secondo posto al Campionato Europeo e alla UltraApuane. L'obiettivo di Mario alla corsa iniziata oggi è quella di concludere tra le 40 e 42 ore; le grandi incognite sono l'alimentazione e il sonno, nonostante gli allenamenti specifici da ottobre a oggi, svolti dall'atleta sestese da ottobre oggi su strade e montagne del Varesotto.

«Non so se riuscirò a portare a termine una prova così dura, ma poco importa, perché da qualche giorno ho realizzato una cosa importante: io la mia gara l'ho già vinta - ha detto Favini poco prima della partenza - i 790 km della Rai sono solo la ciliegina sulla torta: la vera sfida è stata arrivare fino a qui. Preparare questo tipo di competizioni può essere difficile fisicamente, ma il lavoro più duro è quello mentale. Devi imparare a credere in te stesso. Devi tirare fuori una forza di volontà di ferro. Devi riuscire a ragionare in modo diverso e positivo, al punto che l'allenamento spesso sconfina nella meditazione».

«Se penso alla persona che ero 4 o 5 anni fa non mi riconosco - racconta l'atleta - l'ultracycling mi ha cambiato, e in meglio: ho sempre avuto poca autostima, e ho scoperto di avere delle potenzialità insperate. Sono sempre stato uno che si arrendeva in fretta, ora sono uno che non molla. In questi anni ho capito di non poter controllare tutto e mi sono allenato, in fondo, ad essere sereno. Tre anni fa la Race Across Italy era solo un sogno. E ora ho capito che, per essere felici, serve proprio credere nei sogni». 

La gara potrà essere seguita a questo link: https://www.followmychallenge.com/live/rai775/ 

Matteo Fontana