Economia - 05 maggio 2021, 16:05

Anche i borghi rurali del Varesotto protagonisti della ripresa grazie ai fondi del Recovery Fund

Coldiretti Varese giudica positivamente lo stanziamento di 600 milioni di euro nel Pnrr: «Un'occasione per incentivare il ritorno dei giovani alla campagna e dare nuova linfa ai piccoli della nostra provincia e delle sue valli, che sono il 65% del totale»

Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi dove godere di spazi di libertà più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia.

E’ quanto Coldiretti Varese nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan. «Un’opportunità anche per ridare vita ai piccoli borghi del Varesotto e delle sue valli, dove il provvedimento può avere riflessi importanti: i nostri piccoli Comuni sotto i 5000 abitanti, la stragrande maggioranza del totale, sono un patrimonio di identità e tradizioni di valore inestimabile, oltreché un presidio territoriale di straordinaria importanza, specie in ambito montano» afferma il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori. «Non solo: il provvedimento incentiva, di riflesso, il ritorno dei giovani alla campagna e apre nuove possibilità imprenditoriali per un’agricoltura che incarna il valore identitario di un territorio, con indubbi benefici sotto il profilo economico ma anche sociale e culturale».

Con il rilancio di piccoli borghi rurali e di valle – sostiene la Coldiretti provinciale - si inizia quindi a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da 2 milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile. La misura ha dunque un valore sociale, storico paesaggistico ma anche urbanistico perché – sottolinea Coldiretti Varese - aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città. In questo contesto va ricordato anche lo stanziamento di 300 milioni per valorizzare parchi e giardini storici che oltre ad assicurare spazi di socializzazione all’aperto tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali che interessano tra l’altro la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno e la riduzione del livello di inquinamento. 

Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti – sottolinea la Coldiretti provinciale – l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative dei cittadini che sono tornati a guardare le campagne fuori dai grandi centri urbani non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati. Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. 

In provincia di Varese i comuni sotto i 5 mila abitanti sono 89 e rappresentano circa il 65% del totale ed hanno un ampio margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole e dall’ambiente boschivo e collinare. E’ chiaro che in questa ottica – conclude Coldiretti Varese – è importante  colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76% delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75% ha una connessione a banda larga ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2019.

 

Redazione