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Calcio | 02 aprile 2021, 19:34

VIDEO. Stefano Amirante: «Il bello è che il Varese può solo crescere. Un pensiero a Cesare Bonazzi»

L'intervista completa al presidente biancorosso nel giorno in cui al centro sportivo delle Bustecche iniziano i lavori per il futuro: «Abbiamo preferito l'erba alta o la tribuna chiusa perché volevamo restare a Varese e crescere in città. I cardini sono serietà, impegni mantenuti e l'obiettivo di vedere bambini, famiglie, tifosi, prima squadra e vivaio assieme»

VIDEO. Stefano Amirante: «Il bello è che il Varese può solo crescere. Un pensiero a Cesare Bonazzi»

Vi proponiamo l'intervista completa al presidente del Varese, Stefano Amirante, che questa mattina ha dato il via, insieme al sindaco Galimberti e all'assessore De Simone, ai "lavori" - anche se in maniera virtuale, ma ancora per poco visto che dal 1° giugno potranno inziare anche quelli veri e propri (inaugurazione possibile da metà agosto: clicca e leggi qui) - al centro sportivo delle Bustecche.

«Era una precisa volontà quella di giocare qui a tutti i costi - ha detto il numero uno del club biancorosso - l'anno scorso sarebbe stato forse più semplice, come successo qualche stagione fa, andare a giocare fuori Varese ma noi abbiamo scelto l'erba alta o la tribuna chiusa perché volevamo stare a Varese. Le Bustecche erano la soluzione naturale perché sono l'unico centro sportivo presente in città. Vedendolo, abbiamo capito che questa poteva essere una prospettiva di crescita».

«A chi è entrato in società con le risorse economiche per fare un salto in D - spiega ancora Amirante - io e Stefano Pertile abbiamo messo come condizione che parte dell'impegno economico fosse impiegato nelle strutture perché questo, per Varese, è qualcosa di importante che va oltre a tutto. Abbiamo chiamato la società Città di Varese perché siamo in piena città e perché è qui che dobbiamo fare qualcosa. L'anno scorso qui è stato bellissimo giocare ma sarà ancora più bello vedere questo impianto con i bambini, la prima squadra, le famiglie, la tribuna nuova, il calcio giovanile di un certo tipo... La vera, nostra gioia sarà non alla partenza ma alla fine dei lavori». 

Se dovessi avere un pensiero per questo seme che può germogliare, verso chi l'avresti?
«Il mio pensiero va a una persona che c'era all'inizio che non tanti si ricordano, ma io sì: quando è partita questa avventura ho parlato con Stefano Pertile ma anche con Cesare Bonazzi che, purtroppo, non ha visto finire la scorsa stagione e neppure tutto ciò che sta nascendo da quel seme. Lui si è reso disponibile in un momento difficile, e per me è stato una presenza importante che aveva condiviso il Varese davvero sul campo, nella fatal Cittadella come ai playout di serie D. Io penso a lui, ma non mi sento nella situazione di poter dedicare qualcosa a qualcuno».

State dando un segnale di serietà economica: chi si è speso per quest'idea, quale è stato l'investimento e chi sono i sostenitori che vi permettono di compiere questa importante passo?
«L'impegno economico è di circa 300 mila euro ed è stato garantito da fideiussioni: in questo momento economico, anche per via del Covid, ottenere garanzie per quelle cifre, oltre tutto per una società di calcio, non è né semplice né veloce. Ma le garanzie chieste da chi le ha emessa sono state trovate e ritenute serie.
La richiesta mia e di Pertile era quella di investire anche in altro e non solo nella prima squadra: chi l'ha accolta senza pensarci su sono le persone che stanno aiutando a livello economico il Varese e cioè Antonio Rosati e Filippo Lo Pinto, che poi hanno coinvolto qualcun altro. C'è la Roger Group tra gli sponsor: farà tutti i lavori ed è da ringraziare adesso perché ci permette di fare tutte queste cose non dal punto di vista commerciale ma di investimenti della società».

Resta da salvarsi sul campo, che non è poco...
«Riesco a tenere distinti i due binari: uno guarda avanti, pensa alle strutture e al settore giovanile. L'altro è quello che ieri ci ha visto trovare 4 positivi nella squadra, una situazione difficile anche perché la salvezza a oggi non c'è ma io sono più che ottimista sul raggiungimento del risultato sportivo, altrimenti non sarei qui a guardare avanti.
Questo ritorno del Covid in squadra, però, è un grosso problema anche organizzativo: abbiamo saltato 3 partite e se i positivi non diventano negativi rischiamo di saltarne altre... e poi cosa succederà? A novembre avevo votato di fermare il campionato perché era difficile andare avanti: a differenza dell'Eccelneza, non ci è stato permesso. Lo porteremo a termine per salvarci e  poi quella sarà la base. Un centro sportivo, il campo principale, un secondo campo, gli spogliatoio, la certezza della categoria, il ritorno dei tifosi, la riapertura degli stadi... la prossima stagione, così, potremo solo crescere».

Andrea Confalonieri


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