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Gallarate | 30 marzo 2021, 00:06

Gallarate, il rendiconto passa tra le scintille: «Certificazione di un fallimento». «No, un bilancio pratico»

Il Consiglio comunale ha approvato il rendiconto 2020 con 13 voti favorevoli e 12 contrari. L’opposizione ha parlato di «incapacità di spendere» i fondi arrivati da Stato e Regione. Per la maggioranza, in un anno segnato dalla pandemia, era «impossibile fare meglio»

Gallarate, il rendiconto passa tra le scintille: «Certificazione di un fallimento». «No, un bilancio pratico»

Il Consiglio comunale di Gallarate ha approvato il rendiconto di gestione 2020 con 13 voti favorevoli e 12 contrari. Per il Pd, «questo consuntivo è la certificazione di un fallimento». «Bilancio pratico che rispecchia le difficoltà di un anno anomalo», l’opinione della Lega.

Meno tasse, più oneri di urbanizzazione

Il documento è risultato condizionato dalla pandemia. Come illustrato dall’assessore al Bilancio Stefano Robiati, i “cali” hanno riguardato i capitoli dei tributi, dei servizi alla persona (come ad esempio le mense) e delle violazioni del codice della strada. «Le minore entrate di natura ordinaria – ha spiegato l’esponente della giunta Cassani – sono state compensate dai trasferimenti correnti dalla Regione e dallo Stato». Rispettivamente + 1milione 350mila euro e + 4milioni 900mila euro.

Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, si è verificata «una sorpresa alquanto favorevole, con un andamento positivo per oltre due milioni di introiti. Una cifra che il Comune non vedeva dal 2012».
Al «calo drastico della tassa rifiuti, con 1.100.000 euro in meno per via della sospensione per le imprese», ha fatto da contraltare un aumento degli incassi legato, oltre ai trasferimenti da parte dello Stato, alla lotta all’evasione tributaria.
L’avanzo di amministrazione è pari a 9milioni 200mila euro.

«Certificazione di un fallimento». «Fatto il meglio possibile»

Maggioranza e opposizione hanno fornito due letture molto diverse del bilancio. Germano Dall’Igna di Forza Italia ha posto l’accento sul sostegno ai gallaratesi in difficoltà e sulla riqualificazione di piazza Giovanni XXIII e del polo culturale. «Il tutto – ha fatto notare – senza ricorrere a nuovi indebitamenti». Per il collega di partito Calogero Ceraldi «non era possibile fare meglio di così».

Per Giuseppe De Bernardi Martignoni di Fratelli d’Italia, «con Gallarate “A tutto Gas” (il pacchetto di misure il rilancio economico della città, ndr) abbiamo aiutato fin dall’inizio della pandemia le fasce più bisognose e le fasce produttive».

Opposizione sulle barricate. «Finalmente con le liste puramente civiche la città sarà governata meglio», ha affermato Rocco Longobardi de La Nostra Gallarate 9.9.
Luca Carabelli (gruppo misto) e Sebastiano Nicosia (Città è Vita) hanno rimarcato «l’incapacità di spendere» i fondi arrivati in città.

Dello stesso avviso il Partito Democratico: «Non sono stati spesi sei milioni di contributi in più arrivati da Stato e Regione – ha osservato il capogruppo Giovanni Pignataro –. Soldi che potevano essere usati per le famiglie e i commercianti. La maggioranza non è stata in grado di aiutare chi soffre. Questo bilancio consuntivo è la certificazione di un fallimento».

Il capogruppo della Lega Stefano Deligios ha contestato i raffronti con il passato di alcuni consiglieri di minoranza: «Farli senza contestualizzare la situazione non ha senso. È un bilancio pratico che rispecchia le difficoltà di un anno anomalo. Abbiamo fatto il meglio che potevamo».

Alla fine, il documento ha incassato 13 voti favorevoli, uno in più rispetto a quelli contrari, ed è stato approvato.

Riccardo Canetta

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