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Economia | 30 marzo 2021, 11:58

L'industria varesina della carta punta sulla sostenibilità

Si è tenuta in modalità digitale l'assemblea del gruppo merceologico di Univa "Cartarie, Editoriali e Poligrafiche": il primo appuntamento che apre il ciclo di assise che riunirà tutti i 12 settori che compongono la compagine associativa

Fiorenza Cogliati

Fiorenza Cogliati

«Il nostro settore, come tutta l’economia in generale, vive una situazione difficile, con la pandemia e la crisi scatenata dal blocco di molte attività commerciali, ricettive e della ristorazione che va ad incidere in diversa maniera sulle varie realtà produttive, tuttavia il quadro generale racconta un comparto che, nonostante tutto, sta reagendo».

Sono le parole di Fiorenza Cogliati, presidente del Gruppo merceologico “Cartarie, Editoriali e Poligrafiche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese che, con l’assemblea che ha riunito in modalità webmeeting le imprese del comparto, ha aperto il ciclo di incontri dedicato annualmente a fare il punto sui 12 settori economici che compongono la compagine associativa dell’industria varesina. «Le industrie che rappresento sono variegate e i dati, raccolti dall’Ufficio Studi di dell’Unione Industriali, lo confermano. In comune le nostre imprese hanno lo spirito di ripresa, quella che oggi ormai abbiamo imparato a definire resilienza, e obiettivi comuni molto chiari: le nostre imprese sanno dove devono andare e investono innanzitutto sulla sostenibilità. Tema all’ordine del giorno per tutta l’industria, la capacità di essere sostenibili, è prioritaria per i produttori di imballaggi, ancor di più a fronte della nuova vita che questi hanno legata all’e-commerce. Questo significa per le nostre imprese sia puntare sull’innovazione di processo e di prodotto con la creazione di nuovi materiali eco, sia intervenire sulla catena del riuso puntando sull’economia circolare. È proprio per fare luce su questo tema che abbiamo dedicato il nostro appuntamento annuale al sistema Conai e a quelle che potremmo definire le sue tre ‘R’: Raccolta, Recupero, Riciclo». 

Ma quali sono i numeri specifici dei comparti carta e stampa sul territorio? Le imprese del settore numericamente rappresentano il 3,7% della base associativa di Univa e il 3,4% in termini di numero di addetti per un totale di oltre 2.200 occupati. Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, l’andamento specifico del settore racconta nel 2020 di una variazione record del +2.342,28% con un passaggio da 64.108 ore (2019) a 1.565.700 (2020). Un andamento, quello del rialzo del ricorso agli ammortizzatori sociali, che non si è fermato con il primo bimestre 2021, periodo durante il quale si sono registrate 9.687 ore di cassa integrazione, contro le 3.040 ore di gennaio – febbraio 2020, con una variazione del +218,65%. Inevitabili le ripercussioni anche sull’export, anche se non per tutte le imprese a dominare è il segno meno. Il 2020 si è chiuso rispetto al 2019 con un calo del settore della carta (-8,2%) per un valore totale di vendite all’estero di 223.482.632 di euro; invece, si è registrato un aumento della stampa (+5,7%) per un totale di 5.271.150 euro. 

“Il sistema Conai, le tre R: Raccolta, Recupero, Riciclo” è stato il tema posto al centro dell’Assemblea che ha riunito le imprese Cartarie, Editoriali e Poligrafiche. «Il Conai (Consorzio nazionale Imballaggi) è consorzio privato, cui aderiscono circa 1.000.000 di imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi, istituito sulla base del Decreto Ronchi del 1997» ha esordito Pietro Attoma, Presidente del GIFCO (Gruppo Italiano Fabbricanti di Cartone Ondulato), accompagnando gli imprenditori riuniti in webmeeting in un excursus alla scoperta del consorzio, delle sue relazioni con i Comuni, in accordo con Ance, e con i 6 Consorzi di filiera (tra cui Comieco, che riunisce le imprese del settore cartario). Un tema noto troppo spesso solo agli addetti ai lavori che, invece, non riguarda solo i produttori di imballaggi. Un quadro nazionale, quello presentato da Attoma, tra luci ed ombre: se da una parte i dati sono confortanti (in Italia, nel 2018, l’80,6% dei rifiuti di imballaggio è stato recuperato), dall’altro permangono limiti da superare: ad esempio la grande differenza tra aree geografiche nella gestione del rifiuto privilegia zone in cui il recupero è più semplice. L’auspicio è, ovviamente, che si possa andare verso una maggiore standardizzazione e una maggior collaborazione tra pubblico e privato. Il prossimo appuntamento dedicato ai Gruppi Univa si terrà il 1° aprile e sarà riservato alle imprese “Meccaniche” e “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” e centrato sul tema “Il contratto nella sfida post Covid-19”.

 

Redazione

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