Legno e mobili sono calati, ma meno di quanto di temesse. Con l'estate la caduta non è stata più "libera". È quanto emerge dai preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, guidata da Claudio Feltrin.
«Dopo i dati pesantemente negativi del primo semestre dell’anno, già ad aprile si temeva un calo catastrofico, come confermato anche al nostro Monitor riferito a quel periodo - sottolinea il presidente - Questo per fortuna non si è avverato e, volendo leggere i preconsuntivi con lo sguardo rivolto al futuro e non al passato, potremmo dire che ci permettono di guardare al 2021 con cauto ottimismo. I vari comparti sono così diversi fra loro che ognuno ha vissuto e reagito alla crisi in maniera diversa».
I settori e il territorio
Un mondo importante in Lombardia e anche nel nostro territorio. In provincia di Varese ci sono 468 aziende (dato Univa in riferimento al 2018) per 1.914 addetti. L'export tra gennaio e settembre 2020 è stato pari a 43,5 milioni, con un calo del 16,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Nel Milanese ci sono più di 1.800 imprese, per oltre 9mila addetti, forte soprattutto il settore dell'illuminazione.
A livello nazionale, in base agli studi Federlegno paga un prezzo doloroso il contract: «Continua a soffrire, più di altri settori. Alberghi, aeroporti, luoghi pubblici chiusi hanno coinciso con una contrazione di spesa in questa direzione».
D'altro canto, l'aver vissuto più a lungo in casa ha spinto ad acquisti in ambito domestico.
«Il nostro tessuto industriale - spiega Feltrin - è composto da circa 73mila aziende, prevalentemente piccole e medie imprese, e gli sforzi della Federazione, in questo difficile anno, si sono concentrati affinché nessuno fosse lasciato indietro. Abbiamo combattuto e vinto la battaglia per la riapertura della produzione per non perdere posizioni a scapito di paesi competitor rimasti aperti. Abbiamo dialogato con le istituzioni per agevolare le imprese nell’accesso al credito, in modo tale che non fossero costrette a interrompere gli investimenti in direzione 4.0 e green».
Investimenti che si sono dimostrati vincenti proprio per superare la crisi. Senza questi interventi, le perdite sarebbero state ben peggiori.
Cifre e speranze
Per il mese di aprile 2020 si stimavano infatti perdite fra il 35 e il 45% rispetto ad aprile 2019; a giugno si prevedeva una chiusura a fine anno del -16%. ll rimbalzo estivo è stato tanto importante da consentire alla filiera legno-arredo di chiudere, secondo le ultime stime, a -10,8%.
A determinare la flessione del fatturato totale - ricorda FederlegnoArredo - sono sia il mercato interno (-9,4%), ma soprattutto quello estero (-13,1%). A limitare la caduta sono anche le numerose agevolazioni fiscali disponibili per il 2020, insieme al già citato desiderio degli italiani di rinnovare la propria abitazione.
Sul fronte import (-14,7%) si riscontra una diminuzione più marcata rispetto alla produzione per il mercato interno, a dimostrazione del rallentamento dei flussi di scambio a livello globale.
Non si riscontrano sostanziali differenze tra arredo (-11%) e legno (-10%), ma subisce una maggior contrazione il commercio legno (-14,0%) a causa di un progressivo e costante aumento del prezzo delle materie prime e delle consistenti difficoltà negli approvvigionamenti a livello globale.
Francia, Germania e Stati Uniti si confermano i primi sbocchi commerciali per i nostri prodotti. Oltre al fermo produttivo e alla chiusura delle aziende, nel primo semestre dell’anno ha penalizzato il macrosistema arredamento anche la mancanza del Salone del Mobile: gli ordinativi principali delle aziende provenivano da qui. Il comparto più colpito è indubbiamente quello degli allestitori, con un -90% di fatturato.
«Adesso – conclude Feltrin – dobbiamo raccogliere tutte le nostre energie e idee e trasformare questa profonda crisi in un’opportunità, a partire dal tema del digitale, della sostenibilità, della formazione e dell’innovazione nelle nostre aziende. La pandemia ha rimesso la casa al centro, ebbene noi la rappresentiamo nella sua interezza e noi dobbiamo essere i protagonisti di questa svolta».