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Canton Ticino | 07 marzo 2021, 09:42

Oggi la Svizzera vota per vietare il burqa nei luoghi pubblici

Tre quesiti al voto oltre confine: nei sondaggi sarebbe in vantaggio il "sì" su quello che vieterebbe di dissimulare il volto nei luoghi pubblici. Si decide anche su identità elettronica e accordo con l'Indonesia, in particolare sull'olio di palma

I manifesti a favore del "sì" nella votazione di oggi in Svizzera sul divieto di dissimulare il volto nei luoghi pubblici

I manifesti a favore del "sì" nella votazione di oggi in Svizzera sul divieto di dissimulare il volto nei luoghi pubblici

Oggi la Svizzera vota su tre temi, di cui uno sensibilissimo visto che riguarda il divieto di dissimulare il volto, ovvero l'iniziativa anti-burqa, come è stata denominata oltre confine. Gli altri due argomenti al voto riguardano l'identità elettronica e il nuovo accordo commerciale con l’Indonesia (i favorevoli al "no" in quest'ultimo caso ritengono che la sostenibilità ambientale, in particolare per l'olio di palma, non potrebbe essere mantenuta).

Secondo il Corriere del Ticino i sondaggi profilano la vittoria dei sì all’iniziativa anti-burqa e all’accordo con l’Idonesia e quella, probabilmente netta, del no per quanto riguarda la nuova legge federale sull'identità elettronica e in particolare la sua liberalizzazione e la gestione da parte delle imprese (secondo gli oppositori anche assicurazioni e banche si ritroverebbero così a gestire dati sensibili).

Per quanto riguarda il quesito più dibattuto, lo stesso quotidiano luganese spiega che «il testo mira a proibire ogni forma di dissimulazione del volto nello spazio pubblico e riguarda burqa, niqab e passamontagna» e, in particolare, «il velo integrale, simbolo di un islam radicale che non corrisponderebbe ai valori democratici elvetici». Si sono schierati per il no Consiglio federale, Parlamento e la maggior parte delle organizzazioni religiose perché, come scrive ancora il quotidiano d'oltre confine, la misura «già in vigore a San Gallo e in Ticino, è contraria ai principi di libertà vigenti e non fa altro che stigmatizzare le persone di fede musulmana». 

Redazione

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